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Serie A, Rizzoli sulla Var: «Non bisogna abusarne»

L'ex arbitro, da quest'anno designatore ufficiale del nostro campionato, si esprime sulla tecnologia in campo: «Serve miglior tempismo»

ROMA - Tec-no o Tec-sì? Il nuovo dilemma che si trascina dall'inizio di questa stagione e che tenderà a protrarsi per un po'. A parlarne ai microfoni di Rai Radio 1, ospite della trasmissione "Extratime", è l'ex arbitro Nicola Rizzoli: «La Var è un aiuto per eliminare gli errori determinanti. Non se ne può abusare perché il gioco deve rimanere spettacolare, dinamico e veloce. È in fase di rodaggio e c'è stato qualche problema tecnologico di comunicazione tra l'arbitro in campo e quello dietro al monitor. Speriamo che il tempismo migliori, che gli interventi siano sempre più veloci».

CARRIERA INTERNAZIONALE - Direttore di gara della finale del Mondiale 2014 tra Germania e Argentina (1-0 per i tedeschi, rete di Gotze), ecco come ricorda quell'esperienza: «Ricordo l'emozione, i brividi e la pelle d'oca prima di scendere in campo. È il punto più alto della carriera di un arbitro. Arriva al culmine di un percorso lunghissimo e difficile, pieno di persone che non soddisferai mai: i tifosi da una parte e i calciatori dall'altra. Ti daranno sempre addosso, a volte anche a prescindere, e vedranno in te il capro espiatorio di ogni problema».

ARBITRO: RUOLO DIFFICILE - La tecnologia di certo aiuta tantissimo nel prendere le decisioni corrette; tuttavia per Rizzoli un arbitro matura prima se viene messo continuamente sotto pressione: «Essere sempre nel mirino aiuta gli arbitri: questo lo posso dire con certezza. A livello internazionale, la pressione è minore e non a caso gli arbitri italiani sono sempre stati i migliori, perchè sono abituati alla gestione della pressione, alle polemiche. Tutta questa tensione crea una concentrazione nel tempo e un'esperienza maggiore per poterla sopportare. Gli arbitri sotto pressione maturano molto più velocemente».

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