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Serie A, Milan-Genoa 0-0: rosso a Bonucci, Montella traballa

ANSA
La partita del capitano rossonero dura 22 minuti, poi la gomitata a Rosi lo toglie di scena. San Siro fischia Kalinic, il primo pari in campionato non regala serenità

ROMA - Sprofondo rosso. Il Milan continua a deludere e a fallire occasioni per riportarsi a ridosso delle prime posizioni, crollando in classifica al nono posto a -12 dalla vetta del campionato. Contro il Genoa arriva un pareggio, il primo del campionato, dopo tre sconfitte consecutive: un pareggio ottenuto con settanta minuti giocati in inferiorità numerica per l'espulsione a Bonucci che ha cambiato il volto alla partita e che lascia Montella in una posizione traballante.  

BONUCCI ESPULSO DOPO 22' COL VAR - Parte forte il Milan, spinto dall'entusiasmo di San Siro: prima Calhanogu di testa, poi Biglia (sballato) e Borini tentano la conclusione senza trovare fortuna. Replica Galabinov che mette paura a Bonucci in area, poi scarica per Taarabt senza la giusta precisione. Le linee offensive di Montella vengono tracciate da Suso e Bonaventura, mentre il Genoa controlla lucido e cerca di ripartire. Al 22' però la partita prende una piega decisamente inattesa: punizione di Calhanoglu in area, Zapata non arriva per un soffio sulla sfera mentre poco più lontano Rosi va a terra e ci resta, sanguinante. Le immagini televisive chiariscono l'accaduto: Bonucci, in proiezione offensiva, piazza una gomitata in pieno volto all'avversario e Giacomelli, dopo aver rivisto l'azione col VAR, non può fare altro che tirare fuori il cartellino rosso. Milan in 10, Montella richiama Calha e inserisce Romagnoli, San Siro ammutolito e spaventato. Fascia a Biglia.

ESCE FUORI IL GENOA - Erano più di cinque anni che Bonucci non rimediava un'espulsione, l'ultima in un Bologna-Juventus del marzo 2012. E proprio contro la Juve il grande ex della sfida con ogni probabilità non potrà esserci. Nonostante l'inferiorità numerica, comunque, il Milan non smette di attaccare, ma il finale di tempo è di marca genoana: prima uno scambio Rigoni-Rosi, con il cross per Galabinov che non arriva di un niente sul primo palo a insaccare il pallone, poi è Taarabt a illuminare la manovra della squadra di Juric servendo Rigoni sull'inserimento in area, il colpo di testa del centrocampista è angolato ma Donnarumma non si fa sorprendere bloccando a terra il pallone.

DENTRO LAPADULA. KESSIE ALLA WEAH, LISCIO KALINIC - Si riparte con Bonaventura che mette in mezzo un pallone velenoso sporcato da Rossettini in maniera goffa, rischiando l'autorete. Juric richiama Rosi, che rischia il rosso colpendo Borini un minuto prima, e Galabinov per inserire Lazovic e Lapadula, terzo ex rossonero che si aggiunge a Bertolacci e Taarabt. Ad avere il pallone buono è però Kalinic, servito da Suso e neutralizzato al momento di concludere da un disperato intervento di Izzo. Replica in maniera pericolosa il Genoa, con Bertolacci che di destro fa sibilare la sfera a un niente dall'incrocio dei pali di Donnarumma. Partita apertissima: Perin blocca un pallone complicato a ridosso della linea di porta, Romagnoli e Zapata mettono più di una pezza sui palloni che piovono in area per Lapadula, Kessie al 65' si sente Weah e si lancia in contropiede da area ad area, concludendo sul primo palo ma sull'esterno della rete. Montella è costretto a richiamare Bonaventura, infortunato, per inserire Calabria. Suso per Kalinic, si rinnova l'asse milanista: palla perfetta dello spagnolo ma il numero 7 sbaglia completamente il controllo solo davanti al portiere. 

FISCHI A KALINIC. CUTRONE NON BASTA - Bonucci guarda dalla tribuna un Suso inarrestabile: altro pallone messo in area per Borini che conclude a botta sicura addosso a Rossettini. Taarabt inventa mettendo Lapadula da solo davanti a Donnarumma ma Zapata riesce a riprendergli i metri necessari a neutralizzarlo. Montella inserisce Cutrone per Kalinic, fischi impietosi per il titolare e applausi per il baby che però non riesce a togliere le castagne dal fuoco al suo tecnico, che si infila scuro in volto nel tunnel degli spogliatoi al triplice fischio finale: la sua posizione è sempre più traballante. 

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