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Allegri gioca per la storia, occhio a Sarri: sfida aperta

È la notte dei giganti: le due big si giocano lo scudetto. Roma, dimostrazione di forza prima del Liverpool

ROMA - L’abbiamo definita la notte dei giganti: Juve e Napoli si giocheranno lo scudetto in un testa a testa mai visto all’Allianz Stadium di Torino, dove Massimiliano Allegri ha costruito quattro anni di grandi successi nonostante Antonio Conte avesse abbandonato una squadra «costretta a sedersi al tavolo di un ristorante da 100 euro con soli 10 euro». I bianconeri potrebbero vincere il settimo titolo consecutivo, il quarto di una gestione tecnica quasi perfetta: il massimo sarebbe stato conquistare anche una Champions ma evidentemente il Real è ancora troppo anche per una delle migliori squadre italiane di tutti i tempi.

LE MOSSE DI ALLEGRI E SARRI

La Juve ha quattro punti di vantaggio a cinque partite dalla fine: non è un margine che le può consentire di stare tranquilla o di gestire la partita perché poi dovrà andare a Milano contro l’Inter e a Roma contro Di Francesco per due sfide piene di insidie. Lo stop di Crotone è stato pesante. Il Napoli, che per tenere il ritmo dei rivali ha fatto un campionato straordinario per qualità e intensità, potrebbe andare ad un solo punto dalla Signora (vincendo), ma se anche restasse a meno quattro (pareggiando) il sogno non si interromperebbe. Il suo calendario è più facile perché non ha partite contro le prime della classe. In qualsiasi altra stagione i 90 punti abbondanti del Napoli (proiezione finale) sarebbero stati sufficienti per lo scudetto: ecco la grandezza di Sarri e della sua squadra.

La Roma, intanto, ha iniziato il suo affascinante viaggio verso Liverpool battendo la Spal senza problemi. Anzi, il 3-0 con tanti big a riposo sul campo di Ferrara, dove si era fermata la Juve, è stato una dimostrazione di forza importante prima della semifinale di Champions. La squadra giallorossa è al top della condizione fisica e mentale: se nella sfida con Salah (41 gol) riuscisse a segnare, metterebbe le basi per una partita di ritorno destinata a entrare nella storia. Il Benevento, invece, è rimasto aggrappato alla A per un’altra notte vincendo a S. Siro contro un Milan inguardabile. Il flop rossonero diventa inquietante non solo dal punto di vista economico: resta la finale di Coppa Italia per cambiare la stagione.

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