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Juventus-Empoli 1-0: Kean, momento magico

Allegri perde Dybala nel riscaldamento ma si tiene il ragazzino come cambio nel finale: la mossa paga, una vittoria in meno allo scudetto bianconero

ROMA - Allegri aveva pronosticato alla vigilia 60/65 minuti di sofferenza, e sofferenza è stata sia agonistica che estetica: Juve che entra in campo zoppa per l'assenza di Dybala dell'ultimo minuto - Bentancur titolare, ancora si aspettano notizie certe sull'infortunio - e che mette in mostra un primo tempo di rara bruttezza nel quale l'Empoli va anche vicino al vantaggio. Nella ripresa il tecnico bianconero cambia faccia alla squadra, Spinazzola riattiva la fascia sinistra e Kean la decide al secondo pallone giocato: tre punti gestendo risorse, ottenuti davvero giocando al minimo, una vittoria (sporca) in meno all'ottavo scudetto consecutivo.

Kean: Un giorno sarò come Cristiano Ronaldo e Messi

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KRUNIC FA TREMARE LA JUVE - A tratti sembra Genoa-Juventus parte seconda, con l'aggravante della sensazione spettrale di uno Stadium silenzioso per la protesta della curva, ripresa dopo la serata contro l'Atletico. Per fortuna di Allegri non ci sono ex contro tipo Sturaro, ma un Krunic al quale Pjanic ha fornito un grande assist con la maglia della Bosnia e che ripaga il connazionale mandando di poco fuori due belle conclusioni sul primo palo. Nel mezzo, l'unico lampo degno di nota di una Juve sottoritmo e sottotono: cross di Matuidi e colpo di testa di Mandzukic a un passo dalla porta che Dragowski riesce a neutralizzare. Intervallo, il silenzio dello stadio si rompe solo per i fischi: l'Empoli domina.

TRAVERSA BERNARDESCHI - I bianconeri tornano in campo Si scalda Kean, Bernardeschi scalda la traversa al volodal dischetto del rigore: Mandzukic è abituato ad andarsene sull'esterno e al centro dell'attacco il vuoto viene colmato dagli inserimenti di Matuidi con risultati scarsi e sbilenchi. Ci riprova ancora Bernardeschi sfiorando l'incrocio, Allegri cambia ma non è Kean: dentro Spinazzola per un Alex Sandro capace di sbagliare quasi tutto lo sbagliabile. Si risveglia anche lo Stadium, dopo un'ora di torpore, boato per il ragazzino che al 69' rileva Matuidi.

RE MIDA KEAN, MOMENTO MAGICO - Il ragazzo che trasforma in oro tutto quello che tocca ci mette un paio di minuti a decidere la gara, d'altronde Mandzukic non aspettava altro che un vero centravanti per cui lavorare, la sponda per il numero 18 è perfetta e la conclusione al volo di prima non lascia scampo a Dragowski. C'è la complicità di una deviazione, esattamente come il gol del 2-0 all'Udinese, ed è anche da questo che si riconosce il momento magico di Kean, a cui Dragowski con una grande uscita nega la doppietta pochi minuti dopo. Il resto è controllo, un gol che basta e avanza per il campionato, un gioco che sembra essere tornato quello speculativo che in Europa non porta da nessuna parte. 

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