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Verona-Juve, la lezione di Juric a Sarri

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Dal Fatal Ronaldo alla Fatal Verona in poco più di venti minuti, da un gol che vale un Pallone d’Oro a un ribaltone d’altri tempi, che alla Juve è costato la terza sconfitta di questo campionato, addirittura la seconda nelle ultime tre partite. A Sarri non basta neanche avere il più grande giocatore del mondo per essere certo dello scudetto, che sarebbe il nono consecutivo per la Signora: ha un bel vantaggio, questo sì, perché dopo aver visto la prodezza di ieri sera nessuno può pensare o dire che CR7 sia in fase calante, eppure al tecnico toscano l’1-0 del Bentegodi non è stato sufficiente per tenere a distanza l’Inter e la Lazio, che cercheranno di rispondere in serata nel derby e nel tardo pomeriggio a Parma. 
 
La Juve è crollata proprio quando avrebbe dovuto tirare fuori tutta la sua freschezza rispetto agli avversari, che mercoledì sera avevano conquistato un punto nella battaglia dell’Olimpico: erano stanchi, quasi sfatti quella notte, ma Juric ha avuto la forza e il coraggio di ripresentare gli stessi interpreti del suo spartito anche contro i bianconeri. Unica correzione, Amrabat al posto di Verre. E come già aveva incartato il Milan domenica scorsa e la Lazio nel recupero, il Verona ha circondato i suoi avversari in tutte le zone del campo, impedendo a Sarri di costruire un gioco che in realtà non si è quasi mai visto durante la stagione, se non a lampi alterni. Un’aggressione continua, una lezione tattica perfetta di Juric, che ha concesso i soliti due pali (dopo Luis Alberto a Roma, anche Douglas Costa e Ronaldo), ha segnato in fuorigioco di spalla (Kumbulla, roba di centimetri, forse di millimetri) e poi ha reagito con la rabbia di un leone ferito alla prodezza di Ronaldo. Palla domata di spalle nella sua metà campo, piroetta velocissima e partenza verso la porta di Silvestri con Rrhamani al fianco: alla faccia della gita al Festival con Georgina, CR7 ha battuto difensore e portiere aprendo - si pensava - la corsa verso un altro scudetto facile facile.

Ma con questo Verona bisogna fare sempre i conti alla fine: il Milan non lo aveva steso con l’uomo in più, la Lazio si era fermata ai pali ma aveva costruito cinque o sei palle gol (cosa che ai campioni d’Italia non è riuscita), la Juve è stata proprio ribaltata. Il pareggio di Borini, destro a giro sul secondo palo, una delle specialità di Ronaldo, e rigore di Pazzini dopo un breve consulto con il Var, che nel primo tempo era stato benevolo di qualche centimetro con Szczesny. Verona è diventata Fatal nel ‘73 e nel ‘90, quando il Milan perse per due volte lo scudetto: Sarri come Rocco e Sacchi? Forse è troppo presto per dirlo o per pensarlo, ma certo che i segnali sono davvero importanti anche se siamo solo a febbraio.

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