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Il ministro del Bar Sport

ANSA

Cristiano Ronaldo attacca Vincenzo Spadafora che gli risponde per le rime. Non ho memoria di ministri dello sport (e non solo) finiti in risse da Bar Sport dove l’avversario - un calciatore che non ama sfoggiare cultura, virtù dalle sue parti accessoria - domina la scena circondato da milioni di follower adoranti. Successe d’esser ridicolo a Fiorentino Sullo da Paternopoli, tanti anni fa, un democristiano fin troppo progressista, imprudentemente smanioso di firmare la storica riforma dello sport che poi si chiamò Legge Evangelisti. Eppure, secondo i predicozzi cui ci ha abituato, Spadafora in piena emergenza dovrebbe coltivare tutt’altro atteggiamento e invece è vero che mai evento tanto luttuoso riuscì a produrre così bassi conflitti su più fronti.

Ma per fortuna che c’è Conte (Antonio) il quale, alla vigilia del derby, dichiara di non avere problemi di formazione - lui - nonostante le otto assenze, sei per covid, una per infortunio e l’ottava per squalifica. Ho pensato: ci manca soltanto che il virologo Massimo Galli, padre di tutti gli ottimismi, dica - nel corso di una delle ventisettemila interviste che rilascia ogni giorno - di non preoccuparci perché ne usciremo presto e bene, e abbiamo fatto bingo.

È proprio sull’allenatore dell’Inter che voglio soffermarmi. Da Villa Bellini a Somma Lombardo è uscito nell’agosto scorso un altro Conte. Doveva essere il giorno del grande chiarimento con Zhang jr e Marotta, del dentro o fuori: ci ha consegnato la versione buonista, accomodante, addirittura sorridente di Antonio. Un piacevole shock: mister agghiacciande, il guru della pressione, il consumatore di energie mentali, l’allenatore più ingrugnito e lamentoso - ma anche tra i migliori - del mondo, si è messo a inseguire la bellezza prima del risultato, il 5 a 4 a suo favore più che l’1 a 0, e a parlare di sogni, ideali, destini, personali e collettivi. Durerà?

Ieri lo avrei applaudito quando ha sottolineato che «il momento è difficile, dovremo tutti essere bravi e collaborativi, propositivi, accettare la situazione in essere, avere molta pazienza e disponibilità: abbiamo passato un periodo molto duro, mi dispiace che ce ne siamo dimenticati troppo in fretta». Da standing ovation la conclusione: «Non mi sembra giusto lamentarsi: bisogna unirsi e fare il massimo, ognuno nel proprio ambito, è la cosa più importate per tutti gli italiani. I nostri positivi? Quando torneranno dovranno mettersi al pari dei compagni».

A questo punto consiglio ai tanti fuori di capa del nostro calcio e del governo di fare un salto a Villa Bellini: non è un centro benessere, non ho idea di quali terapie e trattamenti pratichino. Ma se i risultati sono questi, beh, un passaggio è davvero consigliabile.

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