Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Il cinico Pirlo, il clinico Dzeko, il sospettoso Ronaldo

LAPRESSE

La Juve ha fatto la partita che voleva, la Roma quella che in buona sostanza le ha permesso la Juve. Ha giocato meglio e di più, la squadra di Fonseca: ha mosso in continuazione il pallone, e anche con un’insolita precisione, occupato il campo, prevalso nell’anticipo e nel ritmo, ma tutto il suo buono e bello si è puntualmente esaurito ai sedici metri, ovvero all’ingresso nel territorio di Bonucci, Chiellini e Alex Sandro: se il campo non fosse stato lungo centocinque, ma novanta, si sarebbe fermata ai settantacinque-ottanta. Una tigre senza artigli. Pirlo ha investito sulla pazienza e sui vuoti naturali della Roma, stringendo i centrocampisti e lasciandole le fasce: ha rinunciato al pressing per sfruttare le inevitabili ripartenze e le accensioni di “san Tommaso” Ronaldo che non ci crede finché non ci mette il naso, lui la differenza più evidente: non è stato sempre dentro la partita eppure ha segnato il gol che l’ha aperta (bello e molto suo), colpito una traversa con un tiro corretto da Kumbulla ed è entrato nell’azione del raddoppio.

La Roma è ovviamente ancora distante dai campioni d’Italia, e non solo per le assenze di Smalling, Dzeko (per oltre un’ora), dell’irrinunciabile Pellegrini e di Pedro: il manovrato non le può bastare, se è vero, com’è vero, che dal doppio confronto, giocato entrambe le volte meglio, esce con un punto contro quattro. Mancini, Spinazzola e Mkhitaryan i migliori di Fonseca all’Allianz, Dzeko un pesciolone fuor d’acqua: ha tuttavia il dovere di recuperarsi da solo. E non mi riferisco tanto al super stipendio garantitogli dal club, quanto alle responsabilità che uno come lui avrebbe fin qui dovuto - e dovrebbe ancora - assumersi: dicono che non abbia affatto gradito lo “sfasciamento”. Gli auguro di provare almeno a riconquistare i gradi di capitano con l’impegno, la sofferenza, una presenza forte e costante: ha fisico, colpi, piedi educati, senso tattico. Da qualche mese dà l’impressione di aver lasciato le palle nello spogliatoio. Ronaldo, invece, le porta sempre con sé.

Fair Play Belotti

Premio Fair Play a Andrea Belotti. Meritatissimo: stavolta non ha piegato il suo talento e le necessità della squadra alle leggi imperanti del campo. Contro la Fiorentina si era reso autore di una sceneggiata poco edificante dopo il testa a testa con Milenkovic. A distanza di una sola partita, ha mostrato un’idea di pentimento che gli fa onore: caduto da solo tra un paio di avversari, ha segnalato subito e platealmente a Fourneau di non essere stato toccato. E dopo che l’arbitro gli aveva ugualmente assegnato la punizione dal limite a favore, ammonendo addirittura Romero, con la collaborazione non richiesta del Var ha fatto togliere il giallo all’argentino e restituito il pallone a Gollini. Non sono situazioni comuni. E sanno di buono e di pulito.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi