In fondo in fondo, ma proprio in fondo, non è poi mica solo una partita: e dentro questa domenica che sa da “dentro o fuori”, sembra un ultimatum e quindi una minaccia, si nasconde la miseria e anche la nobiltà del calcio italiano. [..] Nei cinquanta milioni di euro, ciò che vale imboccare il Viale Europa giusto, quello che si chiama Champions ed è illuminato dalle luci delle tv ed addobbato con danaro che lusinga, c’è pure inserito il prestigio d’una coppa che sembra la più bella del Mondo: avercela dà un senso alla propria esistenza e Cristiano Ronaldo, che se l’è goduta per cinque volte, non ha nessuna intenzione di cambiare le proprie abitudini per ritrovarsi impegnato, eventualmente, al giovedì sera, plebei che non siete altro.

Perché nessuno può permettersi di uscire dalla Champions

Nessuno può permettersi di uscire da questa Champions, che se non arricchisce almeno lenisce le ferite più recenti: quelle di una stagione svuotata degli stadi e dei ricavi, quelle di un anno che verrà comunque affrontato senza che sia possibile aver percezione degli effetti della crisi, della sua durata.[...]Il Milan non ha alternative, è padrone di se stesso, se vince può sperare (almeno quello) di avere un potere seduttivo su Donnarumma che altrimenti svanirebbe così, fatalmente, quasi drammaticamente.[...]Ci sono soltanto tre posti sul sightseeing e il Napoli ne ha prenotato uno, lasciandosi guidare da Lorenzo Insigne, il capitano, la bandiera, il leader che si nasconde dietro 108 gol e che non ha alcuna intenzione di avviare la chiacchierata con il rinnovo senza riuscire a riempire la propria stagione d’una rimonta che sembrava (im)possibile alla quarta di ritorno [...]

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