Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Dzeko e Zaniolo, com'è diverso il destino

Chiamarsi Dzeko, o Zaniolo, suggerire con uno scatto un passaggio smarcante, con l’aspettativa fondata di giungere all’appuntamento con il pallone, o piuttosto con lo scoramento di chi sente in anticipo vano il suo sforzo. Chiamarsi Dzeko, o Zaniolo, e mostrare plasticamente quant’è diverso il destino di un attaccante che abbia alle spalle Brozovic, Barella e Perisic, o piuttosto Oliveira, Veretout e Karsdorp. Che si senta costantemente al centro di una geometria condivisa, o piuttosto che avverta tutto intero il peso di una solitudine cosmica. Chiamarsi Dzeko, o Zaniolo, e raccontare l’autorevolezza dell’Inter e gli insormontabili limiti della Roma. Il quarto di Coppa che rilancia i nerazzurri è una Tac del divario che c’è tra la capolista e quasi tutte le altre, Milan compreso. Non è imbattibile, l’Inter, come dimostra il capitombolo di San Siro, e come confermano ieri i primi venti minuti della ripresa, quando la squadra si allunga oltre il dovuto, e i suoi meravigliosi corridori pagano il prezzo di qualche azzardo agonistico. Ma stavolta Inzaghi non fa l’errore di disarmare la mediana al sessantesimo, e la rete del centrocampo tiene il passo, disarticola la timida reazione romanista, e la spegne poi con la fionda di Sanchez.

Al netto di questa intermittente fragilità, la capolista esprime una compattezza e accelerazioni che non hanno eguali in serie A. I primi dieci minuti della gara con la Roma ne sono un esempio. La squadra di Mou è ancora un’incompiuta e lo sarà fino a fine stagione, perché la diversa caratura tecnica dei giallorossi parla con linguaggi diversi, e spesso approda all’incomunicabilità. Di fronte al pressing dei nerazzurri il possesso palla per la retroguardia giallorossa è vissuto con una timidezza che somiglia al panico, e che è inaccettabile per una squadra di vertice. La preoccupazione di fallire il passaggio prevale sul coraggio delle verticalizzazioni, che pure potrebbero sfruttare l’agilità del centravanti inglese e la potenza e la classe del trequartista che lo affianca. Ma Abraham e Zaniolo constatano di continuo quanto inutile e oneroso sia il tentativo di smarcarsi, quando poi le probabilità di ricevere il pallone sono vicine alle zero. Mkhitaryan senza Pellegrini è un ispiratore dimezzato, Oliveira e Veretout non fanno la metà di Brozovic e Barella. Il calore di San Siro veste di nostalgia la trasferta di Mourinho, e fa più pesante la consapevolezza di guidare un gruppo a cui non basteranno la sua carica e le sue ispirazioni tattiche. La nuttata, che ha da passà, è lunga tutta la stagione.

Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi