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Caso D'Onofrio: commissario o dimissioni?

ANSA

Gravina mette alle strette l'Aia. Prima mossa: togliere la giustizia interna

Il cerchio della Federcalcio si sta stringendo attorno all’AIA. Ieri il presidente Gravina, ancora scosso e furioso per il caso D’Onofrio, ha convocato per domani un Consiglio Federale straordinario, l’ordine del giorno è facile da intuire. L’arresto per traffico di droga dell’ex procuratore dell’Associazione Italiana Arbitri ha fatto non solo il giro d’Italia, ma è stato ripreso da diversi media internazionali. Un brutta figura, che ha esposto la più delicata delle componenti federali, quella degli arbitri, ad una pessima figura. Per questo motivo, nelle ultime ore, ci sono stati diversi confronti informali, anche per capire come arrivare al Consiglio Federale di domani. Davanti ad un caso di così grave e ampia portata, da via Allegri si sarebbero aspettati un passo indietro. D’altro canto, era già sconveniente che il Procuratore dell’AIA venisse deferito dalla Procura federale (processo il prossimo 25 novembre) per un caso interno (l’ex assistente di serie A, Avalos). Dimissioni che, a meno di colpi di scena, non arriveranno. E allora la Federcalcio studia i piani B e C, anche perché il comunicato della tarda sera di sabato non è stato gradito. Sono già stati chiesti gli atti di nomina, che spetta al Comitato Nazionale su proposta del presidente dell’AIA (Trentalange), di Rosario D’Onofrio a Procuratore dell’Assoarbitri. Non solo, ma la Procura federale di Chiné ha chiesto alla DDA di fornire quanto più materiale possibile sulla vicenda. Perché i punti oscuri sono diversi: i fatti contestati a D’Onofrio risalgono al periodo tra dicembre 2019 e il 20 maggio 2020. Allora, “Rambo” (come lo chiamavano nelle chat criptate), venne arrestato in flagranza dai finanzieri con un carico di 44 chili di marijuana. La condanna (con rito abbreviato) fu di 2 anni e 8 mesi e 6 mila euro di multa, ma sembra proprio che la promozione al ruolo apicale di pm degli arbitri arrivò proprio mentre si trovava ai domiciliari. Possibile che nessuno sapesse nulla? «Noi siamo stati traditi, un danno d’immagine incredibile, non abbiamo poteri istruttori» si difendono dall’AIA. Ma è chiaro che, se le carte in arrivo confermeranno le ipotesi fatte da via Allegri, potrebbe comporsi il puzzle per un commissariamento. Di sicuro, Gravina proporrà come prima mossa di togliere gli organi di giustizia domestica all’AIA (paradossale che vengano nominati dal Comitato Nazionale, cioè da chi comanda) e di portarla, come ruolo terzo, magari proprio in seno alla Figc. Un altro duro colpo.

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