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Juve-Napoli è una sentenza: vincere o addio sogni

Mazzarri all'ultimo bivio: da una parte la speranza di rientro nella corsa scudetto, dall'altra i rimpianti. Ma anche Allegri ha un solo risultato

Vai a capire se sia da bosco o da riviera ma è comunque uno scudetto che tirano per la maglia o semmai da lì lo scuciono. Ed è inutile far finta di niente, nascondersi dietro al manierismo che nel calcio va sempre di moda: stasera, al freddo e al gelo, senza che arrivino i re Magi, sapremo e potremmo anche farcene una ragione. È tutto così pallidamente chiaro ch’è diventato impercorribile costruirsi un’idea fatta e finita ma quando Juventus-Napoli sarà chiusa, c’è chi se ne starà all’addiaccio e chi invece potrà adagiarsi con le proprie ambizioni sul presepe; e poi - e questa sarebbe l’ipotesi più subdola - ci sarà chi come l’Inter eventualmente ringrazierà e si lascerà guidare dalla propria stella.

La Juve e lo scudetto da scucire al Napoli

Perché in questa partita per uomini forti si annida il futuro, è un apericena in cui infileranno il dolce, il salato, le bollicine e il digestivo; è un’ora e mezza ma porta con sé un anno, perché il Napoli, ch’è Campione d’Italia e quasi se lo sono scordati, sa che la Vecchia Signora può prendere le forbici e completare l’opera avviata dall’Inter: strapparle lo scudetto, che sarebbe come dire portar via pure un poco d’anima. Venerdì 8 dicembre, a 17 giorni dal Natale, tutto quello che Spalletti ha messo assieme in un kolossal che neanche a Los Angeles, finirebbe in un enorme sacco vuoto che Mazzarri si troverebbe a riempire di rimpianti senza averne poi colpa: è arrivato da meno di un mese, ha trovato una squadra appiattita, figlia d’un processo di desertificazione, e s’è subito accorto d’essere un Don Chisciotte. Prima l’Atalanta, e gli è andata bene, poi il Real Madrid e l’Inter, e sono stati dolori, stasera Madame, che può generare piaghe delle quali Garcia non avvertirà alcun effetto. Alla quindicesima, incredibile ma vero, il Napoli sta davanti al bivio: deve vincere, è lapalissiano, altrimenti vivrà dei suoi splendidi ricordi, andrà a cliccare sulla memoria e cercherà se stesso.

La strategia di Allegri

E comunque, non può né perdere e né pareggiare neanche la Juventus, che dopo un anno vissuto pericolosamente ha scoperto d’essere ancora dentro un incubo: Pogba è un’angoscia da portarsi appresso, come Fagioli che a maggio avrà avuto modo di leggersi dentro; il budget non consente di largheggiare, perché certe follie del passato hanno ancora un prezzo, e quindi Giuntoli deve inventarsi una vita moderata, persino morigerata e poi semmai lanciarsi sul mercato; e però Allegri, che è uomo di mondo al quale piace godersela con il gusto dell’ironia, ama fare lo “spericolato” a modo suo, usa la strategia come se fosse un bisturi e il cronometro come se avesse un’ascia, e andandosene a spasso con i suoi “bambini”, dovesse vincere, non si lascerebbe lusingare dalla dimensione ma neppure potrebbe ignorare quella realtà che lui stesso s’è costruito.

Juve-Napoli è una sfida tra toscani

Un toscano, please: e dentro quelle nuvole di fumo c’è un orizzonte nel quale si può leggere con questa ora e mezza che sa di tanto, forse di tutto: c’è il passato che torna, Adl che corteggiava Allegri (nel 2012, nel 2020) e Mazzarri che intravide la Juventus per un po’ (sempre 2012); c’è un tempo che è stato vissuto in sfide dirette, titoli sfumati in un albergo o prima ancora nella nebbia di San Siro (2018); finali di Coppe e di Supercoppe, una geografia nuova, riscritta con il Progetto di Adl; una mutazione (quasi) genetica che ha stravolto gli equilibri o perlomeno li ha rimodellati. E comunque, sono esistenze ormai rifatte, con lifting che non hanno richiesto interventi chirurgici: Allegri è nato con il 4-3-3 (Galeoniano), l’ha mutuato per un bel po’ nel 4-3-1-2 e poi ha virato e se ne è stato nella difesa a tre, quella che Mazzarri ha ostentato con orgoglio ed ha poi accantonato dinnanzi all’offerta di De Laurentiis, incastonata in un tridente. Quel murales degli anni ’80, la Juventus-Napoli di Maradona & Platini, viene annunciata all’Allianz tra fiocchi di neve, in uno scenario romanticamente "apocalittico", perché per entrambe sarà assolutamente vietato perdere, persino pareggiare. È la notte della verità, è una sentenza - uno scudetto che va e uno che viene - e non sarà Cassazione ma farà giurisprudenza. La legge sarà diseguale per tutti.

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