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Roma-Lazio, allerta sicurezza massima: il piano contro i messaggi d’odio

ANSA

In un Olimpico sold out, saranno impegnati più di mille agenti per evitare scontri: tutti gli striscioni saranno controllati

ROMA - Il derby di Roma è una partita diversa da tutte le altre, e non saranno solo le squadre in campo a doversi preparare a dovere: anche le forze dell’ordine dovranno dare il massimo per contenere le frange più estreme delle due tifoserie. Evitare gli scontri in una sfida del genere, con una rivalità così sentita da entrambe le parti, sarà un’impresa, anche con più di mille uomini e con il supporto per la viabilità degli agenti della polizia municipale. Per questo tra Questura e Prefettura la partita è già iniziata: già da ieri sono monitorate le zone vicino allo Stadio Olimpico come Ponte Milvio e piazzale Clodio. Il faro è puntato anche su pub e locali notturni frequentati spesso dai tifosi, oltre che sui social dove si potrebbero organizzare per dei blitz prima o dopo il derby. Nessuno si aspetta un sabato tranquillo: è stato infatti decretato come “rischio 4”, ovvero il più alto possibile, per un evento che vedrà il sold out allo stadio con 64 mila persone e l’apertura dei cancelli alle 15.30, due ore e mezza prima dell’inizio. Del resto, anche nell’ultima stracittadina di Coppa Italia del 10 gennaio ci sono stati diversi scontri. Prima il lancio di petardi e fumogeni tra la tribuna Tevere dei biancocelesti e i distinti Sud dei romanisti che portò a 16 Daspo e un ferito che ha poi perso un orecchio, nella notte una rissa tra 400 ultras a Ponte Milvio e un assalto armato in un pub in cui ha rischiato la vita un tifoso romanista.

Gli adesivi apparsi in città

Il timore è che i gruppi estremisti stiano pianificando una sorta di vendetta, l’allerta non può che essere massima. Per limitare i rischi, il percorso d’accesso allo stadio sarà fatto in modo che tifosi della Roma e quelli della Lazio non vengano a contatto. Necessario anche un controllo accurato di tutti gli striscioni che verranno esposti sugli spalti per evitare che contengano messaggi di natura politica o discriminatori, come gli adesivi antisemiti apparsi al Portonaccio, al Tiburtino e non solo. Questo episodio ha provocato lo sdegno della Comunità Ebraica di Roma: secondo l’assessore Regard, il problema è che le iniziative sono solo di facciata e la reazione non è abbastanza forte. Il sindaco Gualtieri ha definito gli adesivi «una vergogna, sono riferimenti a ideologie barbare e criminali che non hanno a che fare con la bellezza dello sport». Il presidente del Coni Malagò ha sottolineato come certi soggetti arrechino danni non solo alla collettività, ma anche alla squadra che tifano.

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