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Juve-Roma, scacchi amari

 

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport - Stadio

A un certo punto ho sentito Luca Marchegiani parlare giustamente di partita a scacchi, più che di calcio, e forse perché amo il calcio assai più degli scacchi, torri e alfieri mi hanno divertito pochissimo. Salvo giusto l’ultimo quarto d’ora e la porzione di gara giocata da Manu Koné, subito vivo e vivace. La lega mi perdonerà, ma temo che sia difficile esportare all’estero big match nominali di questo livello. Il primo tempo Juve e Roma l’hanno dato al gatto. Si è cominciato a vedere qualcosa di decente quando Motta ha messo dentro quelli buoni e De Rossi ha fatto lo stesso: sono amici mica per niente. All’ultramarziano che ieri mattina era sceso sulla Terra per andare all’Allianz e s’era stranito dopo aver letto le formazioni avevo provato a spiegare che la sera prima Fonseca aveva messo Terracciano al posto di Theo e Pulisic a sinistra per Leão: perché sorprendersi, allora, nel vedere Savona e Mbangula da una parte e Pisilli e Saelemaekers dall’altra? Ma è Juve-Roma!, aveva reagito irritato. Danilo, Paredes e Dybala fuori e Chiesa a Liverpool? È il nuovo calcio, quello in cui gamba e tattica sono preferiti alla tecnica e le clausole vanno comunque considerate. E poi Cristante e Paredes insieme, De Rossi non li vede proprio per una questione di lentezze congenite, e Le Fée è fuori. So che lui ha seguito solo 45 minuti prima di ripartire per Marte dove ci sono certamente segni di vita e calcio più normali e appassionanti. Prima però aveva aggiunto: ma scusi, Inzaghi è scemo a mettere in campo sempre i migliori? PS. Per la terza volta su tre Douglas Luiz ha cominciato dalla panchina: mi chiedo se i 51 milioni e mezzo sono stati spesi per fare un favore a Monchi, che doveva liberare l’Aston Villa di alcuni giocatori per rispettare gli obblighi Uefa, oppure per provare a portare la famosissima fidanzata del brasiliano, Alisha Lehmann, alla Juve femminile.

Prepariamoci alle polemiche da calendario (che non è quello di Elodie)

Piccoli screzi, negli ultimi giorni, tra Andrea Butti, l’uomo dei calendari della lega calcio, e la bella fidanzata: ogni volta che lei provava a chiamarlo trovava occupato. Butti spiegava di essere costantemente al telefono con i dirigenti di Serie A e Dazn, lei però ha faticato a credergli. Eppure è così: da quando sono uscite le date delle coppe, che impegnano 8 italiane, presidenti e amministratori delle 20 di A tentano di sedurre il povero Butti per cercare di evitare settimane con tre impegni infernali o rientri in Italia a poche ore da un match clou. Qualcuno ricorre alle minacce fisiche, trascurando il fatto che l’ultima parola (la scelta definitiva) tocca a chi detiene i diritti per cinque anni. Butti è diventato il presidente di una singolare riunione di condominio a distanza. Oggi conosceremo anticipi e posticipi della quarta giornata e, nelle prossime ore, quelli dei primi 12 turni. Scoppierà il finimondo. Forse anche a casa del povero Butti.

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