Il Bologna deve solo crederci. Le buone ragioni per farlo sono diffuse nei quasi playoff per l’Europa che, di qui alla fine del campionato, la squadra di Italiano ha a disposizione. Sei incontri: Inter a Pasqua, poi Udinese a Udine, Juventus, Milan a San Siro, Fiorentina al Franchi e Genoa. Ieri l’Atalanta ha vinto, ottenendo il primo successo in casa del 2025. Non solo, nel ricco conto aperto fra Gasperini e il tecnico del Bologna, l’allenatore della Dea ha strappato la sua quarta vittoria (contro le 7 di Italiano). Numeri che descrivono un’alta tensione e un equilibrio tattico anche quando Italiano era allo Spezia e alla Fiorentina. È bastato quindi poco ad alterarlo. Il nuovo Bologna, che aveva collezionato sei vittorie consecutive dopo Parma (Coppa Italia compresa) e un pari con il Napoli, per la prima volta da allora ha dovuto fare a meno contemporaneamente di Odgaard e Ferguson (che al Tardini giocò solo 6 minuti). I due calciatori rappresentano le invenzioni chiave del Bologna. Proprio nell’asfissia di quella sconfitta a Parma il dato più evidente fu quello. Odgaard nel ruolo di trequartista e Ferguson, cresciuto poi al livello dello scorso anno, ma sulla mediana, avrebbero garantito il definitivo salto di qualità e la conquista a valanga dei punti arrivati da quella gara di febbraio in avanti.
Atalanta contro Bologna, sfida d'alta quota
Del resto quella di ieri è stata una sfida al vertice e un risultato negativo per una delle due squadre era nell’ordine delle cose. Mai nella loro storia, infatti, Atalanta e Bologna, si sono incontrate a 115 punti, ora 118 (la somma delle rispettivi 61 e 57 punti in classifica). L’Atalanta sembra aver dato un colpo di coda dopo il suo incespicare, seguito paradossalmente alle eliminazioni in coppa, e che ha accompagnato un calo di tensione generale successivo alla consapevolezza della fine di un ciclo con la partenza di Gasperini. Ma le speranze del Bologna, anche rispetto all’obiettivo Champions, restano elevate. Dopo 32 gare giocate e i 57 punti ottenuti, al cospetto dei 59 dello scorso anno (quattro in meno della Juventus che era terza, come l’Atalanta, adesso, alla stessa distanza), il Bologna ha ancora nelle sue mani le possibilità di qualificazione europea. Nella scorsa stagione il Bologna ottenne 9 punti nelle ultime 6 gare (vittorie decisive come quelle di Napoli e Roma, ma anche qualche passo falso). Ora deve pensare di tornare a giocare quella Champions che ha momentaneamente abbandonato per riconquistarla ancora. Inter, Juventus, Milan e Fiorentina vanno affrontate come se si ascoltassero di nuovo le magiche note di Haendel di quei momenti definitivi.