Se fosse un incontro di pugilato, sarebbe il primo Rocky. Con lui e Apollo Creed che vanno al tappeto stremati e nessuno che sembra in grado di alzarsi. È in riserva l’Inter che si è consumata nell’ambizione da grandeur scomodando persino il triplete; ma ha poca benzina anche il Napoli che pure ha giocato solo il campionato. Se fosse una classica di ciclismo, invece, mancherebbe – e tanto – Adriano De Zan e il suo inconfondibile tono di voce: “Ecco il cartello che indica cinque chilometri al traguardo”. Inter e Napoli possono rallentare più o meno come vogliono, non sopraggiungerà alcun Moreno Argentin a beffarli come con Roche e Criquelion nella Liegi-Bastogne-Liegi dell’87. In realtà è calcio, e Inter e Napoli sono lì a pari punti, a cinque giornate dalla fine. I vantaggi e gli svantaggi ormai li conosciamo a memoria. Il calendario dice Napoli, sia perché ha partite sulla carta più semplici sia perché non deve andare a Barcellona a giocarsi una semifinale di Champions. Ma la forza della squadra dice Inter che sul più bello recupera Thuram, Dumfries e Zielinski: due assi più un jolly che potrebbe fare molto male indossando i panni del nuovo core ’ngrato (il primo fu José Altafini che nel 1975 segnò il gol che diede lo scudetto alla Juve e spense i sogni del Napoli).
Corriere dello Sport
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