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Bologna-Juve, andavano a cento all'ora

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Bologna-Juve, andavano a cento all'ora Getty Images
Leggi il commento sulla partita tra i rossoblù di Italiano e i bianconeri di Tudor

L’Inter, esclusi i 90' di Barcellona, sta boccheggiando da un po’ di tempo a questa parte. Il Napoli sta vincendo, ma anche soffrendo pure con le piccole come si è visto nel secondo tempo di Lecce. Le grandi stanno arrivando alla fine con la lingua di fuori, non tutte però. Ieri sera Bologna e Juventus, in piena corsa Champions, non si sono proprio risparmiate. Ritmo, intensità, rovesciamenti di fronte, sono stati 90 minuti pieni di energia e ad alta velocità. Il pareggio alla fine è giusto, anche se sul risultato pesa un rigore non concesso al Bologna per un intervento di McKennie su Freuler. Il pari permette alla Juve di agganciare le due romane al quarto posto e al Bologna di restare lì, staccato di un solo punto da questo terzetto. Lotta a quattro per un posto in Champions, se proprio vogliamo assegnare in anticipo il terzo biglietto all’Atalanta. Ci aspetta un finale di grandi emozioni. La prossima giornata, tanto per dare un’idea, snocciola quanto segue: venerdì Milan-Bologna (antipasto della finale di Coppa Italia della settimana seguente), sabato Lazio-Juventus e lunedì Atalanta-Roma.

Bologna e Juve hanno giocato a cento all’ora con la voglia di vincere, non hanno mai gestito e non si sono mai accontentate. Tudor ha fatto l’operazione più semplice, ma anche la più giusta: ha restituito la juventinità alla Juventus. Seguendo il filo della tradizione, ha riportato l’anima storica al centro della squadra. Sono poche le versioni spettacolari (si parla di collettivo) della Juve del dopo-guerra, sono tante, ma tante di più le stagioni in cui ha vinto per l’aggressività, la forza, la rabbia, la grinta dei giocatori e dei loro allenatori. Con Thiago Motta era la squadra più compassata della Serie A, cercava un gioco che non è mai sbocciato. Con Tudor ha ripreso il suo vecchio cammino e a Bologna, senza Yildiz e altri sette titolari o presunti tali, ha confermato questo suo ritrovato spessore agonistico. Un dato per chiarire il concetto e stabilire una differenza con la squadra di Italiano: al 45' la Juventus aveva commesso 10 falli (e un altro, su cui Doveri ha incredibilmente sorvolato, avrebbe portato al rigore), il Bologna zero. Al 90', saranno 19 falli dei bianconeri e appena 6 dei rossoblù. 

Il gol dopo 9 minuti ha aiutato i bianconeri, così come Freuler (palla persa), Ferguson (movimento sbagliato) e Skorupski (intervento goffo, ma goffo davvero) hanno aiutato Thuram a segnare. Ecco, fermiamoci una riga su Thuram. Il francese è il simbolo di questa restaurazione portata da Tudor, gol a parte ha trasmesso energia a tutta la squadra, su e giù dalla sua area a quella bolognese. 

Preso il gol, il Bologna si è messo a giocare, ma nella costruzione si è sentita un po’ l’assenza di Ndoye. È un esterno diverso da Orsolini e Cambiaghi, che puntano le loro giocate quasi sempre su iniziative personali, Ndoye invece ha un senso di squadra più spiccato. Sia chiaro, sia Cambiaghi (che saltava di continuo Weah e Kalulu) che Orsolini hanno giocato davvero bene, l’ex empolese ha pennellato anche il cross dell’uno a uno di Freuler su assist di Dallinga. Ma solo in quell’occasione l’olandese si è fatto vedere, comunque più di quanto ha fatto Odgaard. L’aspetto incoraggiante per Italiano è che la sua squadra, nel momento finale e decisivo della stagione, sta bene e può puntare al massimo

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