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La nostalgia del corto muso

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La nostalgia del corto muso
Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport - Stadio

Il corto muso è decisamente preferibile alla musata. Preferibile poiché senz’altro più salutare. Se ne dev’essere reso conto anche lo juventino giochista che dopo l’espulsione di Kalulu s’è ritrovato con tutta la Lazio addosso e il timore di dover tornare a casa senza quella speranza Champions coltivata fino allo scadere della prima ora di una partita povera. La partita che la Juve può permettersi in questo momento di evidenti necessità di classifica. 

Con Tudor il registro è certamente cambiato, la razionalità ha preso il sopravvento su una singolare forma di fantasia/arroganza, ma è anche lievemente peggiorato il rendimento della squadra che viaggia a una media-punti inferiore a quella della fin troppo breve avventura di Thiago: 1,71 contro 1,79.

Ora davanti a sé la Juve che insegue disperatamente il quarto posto ha sei punti potenziali - Udinese a Torino, Venezia in Laguna - ma il livello delle sue ultime prestazioni non autorizza pensieri ottimistici. E, soprattutto, si è fatta strada la consapevolezza che qualcosa, molto dipenderà dal risultato di Bergamo: nel caso in cui la Roma di Ranieri, il cui muso è cortissimo, riuscisse a battere anche l’Atalanta il futuro si tingerebbe di grigio tendente al nero. 

Una bella occasione l’ha buttata via anche la Lazio, giocando in casa: se avesse vinto si sarebbe messa in una posizione di vantaggio sul resto della compagnia. Il meglio di sé la squadra di Baroni l’ha però dato solo quando l’inferiorità numerica ha costretto la Juve a chiudersi nella propria area in versione Fort Apache. L’aggressione è stata insistita e a tratti entusiasmante. 

L’aspetto più confortante della Lazio vista ieri è in effetti la determinazione con la quale ha cercato il pareggio: gli ultimi 40 minuti sono stati tutti suoi, pur se condizionati da un’ansia palpabile e da numerosi errori di battuta: Pellegrini e Lazzari sugli esterni hanno spinto, ma con scarsa efficacia. Più incisivi sono risultati gli ingressi di Pedro, Dia e naturalmente Vecino. 

Chi è caparbio - diceva Napoleon Hill - riesce a farsi strada anche se gli mancano altre qualità

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