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Napoli e Inter, un finale da mal di testa

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Napoli e Inter, un finale da mal di testa
Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio

Un optalidon, per favore. Anzi, due. Non in supposte, please, non è il caso. Ma esiste ancora l’optalidon? Gli ultimi minuti del Tardini e di San Siro sono stati da mal di testa. Fortissimo, feroce. Gli occhi fissi su due teleschermi, emozioni ovunque, episodi decisivi ovunque. E attese sfinenti. A pochi secondi dal termine, rigore per la Lazio sul 2 a 1, il primo controllo Var. Rigore anche per il Napoli sullo 0-0. Altro stop. Chiffi il rigore lo concede, Doveri a Parma lo toglie. Pedro segna e pochi istanti più tardi Arnautovic fa 3 a 2, ma in fuorigioco. Entrambe le partite muoiono oltre il centesimo minuto, l’adrenalina è a mille. Il resto è andato.

Il Napoli esce dalla contemporanea con il punto in più che aveva alle 20.45 di ieri e non deve ringraziare sé stesso, ma la Lazio, soprattutto Pedro. L’Inter è la delusa della serata: ha accarezzato il sogno di portare a casa un altro scudetto, ma a questo punto Conte ne stringe tra le mani un pezzetto, visto che il Cagliari, ultimo avversario al Maradona, è salvo.

Il titolo si assegnerà a 82, una quota bassissima, significativa di una stagione per certi versi insopportabile, riabilitata solo dalle emozioni.

Sia sul Napoli sia sull’Inter ha pesato il braccino del tennista - è tempo di Internazionali -: hanno giocato con scarsa lucidità, mostrando differenti stanchezze. Differenti nell’origine.

L’assenza delle coppe ha giovato notevolmente a un Napoli inferiore all’Inter sul piano tecnico: le ultime prestazioni della squadra di Conte sono state sofferte, grigie, confuse. Soltanto le motivazioni e la terapia Antonio hanno consentito a McTominay e compagni di continuare a frequentare le zone altissime della classifica.

A condizionare il finale dell’Inter hanno inciso le assenze per infortunio (penso soprattutto a Lautaro e Frattesi) e una forma di usura mentale che colpisce chi è condannato a disputare una sessantina di partite, le più importanti proprio all’ultimo.

Giovedì o al massimo venerdì il mal di testa sarà passato. Spero.

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