La serenità del designatore
Rocchi ha ammesso, intervenendo dal palco, di rimpiangere quando era arbitro: ''Mi mancano le sensazioni che provavo quando ero in campo. Allora mi divertivo, adesso - ha sorriso - lo stress è sicuramente maggiore e faccio tutto tranne che divertirmi''. Fra l'altro si apre con oggi una settimana particolarmente impegnativa, considerando che tutto deve essere ancora deciso in Serie A per quanto riguarda lo scudetto, gli ultimi piazzamenti europei e la salvezza: ''Mi vedete sereno? Credo la serenità uno la debba esprimere, perché quando tu lavori e dai il massimo, tutto quello che succede dopo non dipende più da te. Io ho sempre lavorato così in campo, davo il massimo, poi quello che potevo fare lo facevo, dove non potevo arrivare non arrivavo. Nella vita faccio così, altrimenti diventi matto".
Le parole di Rocchi sulle aggressioni agli arbitri
Parlando poi delle numerose aggressioni agli arbitri, in particolare ai giovani direttori di gara, Rocchi ha raccontato: "Adesso parlo da genitore e quelle rare volte in cui vado a vedere mio figlio arbitrare, e non ci vado quasi mai perché sennò sto male, mi rendo conto che non è semplice convincere un ragazzo, ma soprattutto la famiglia, a mandare un ragazzo a fare un'attività che è formativa al massimo ed è bellissima, ma dove ancora oggi ci sono situazioni in cui siamo in venti contro uno, che è una cosa bruttissima. Le scene di aggressioni ad arbitri che abbiamo visto di recente in qualche video sono agghiaccianti".