Da giugno 2023 a giugno 2025, ventiquattro mesi senza pace per la Serie A. In questi due anni sono stati 48 i cambi in panchina, se aggiungiamo anche le attuali incertezze si supera nettamente la cifra di 50. Se invece si contano i protagonisti di questo infinito balletto, vale a dire gli allenatori, si arriva alla notevole quota di 47. Quarantasette tecnici che hanno cambiato o stanno cambiando panchina. Assunti, esonerati, dimessi, a fine contratto, è una rivoluzione continua e talvolta anche priva di una logica calcistica. Si può passare da un allenatore che ama solo attaccare a uno che basa tutto sulla ripartenza, con lo stesso organico visto che la sostituzione avviene a campionato in corso. Il piacere di cambiare, rinnovare, rivoluzionare è sempre più forte. Il dato impressiona: in A i tecnici restano in carica, in media, 392 giorni, in Premier 777, in Liga 834.
Gli allenatori resistenti
L’eccezione, fin qui, è stata l’Atalanta che ha permesso a Gasperini di costruire una squadra mai vista a Bergamo per nove stagioni di fila. Ma anche il Gasp, a 67 anni, è arrivato al capolinea atalantino e sta per cambiare la sua storia alzando il grado delle aspettative. Sta resistendo a lungo anche l’Inter, quattro anni con Simone Inzaghi con uno scudetto e due finali di Champions, ma cosa accadrà dopo domani, dopo la sfida col Psg, ancora nessuno lo sa. Un triennio è durata la permanenza di Vincenzo Italiano a Firenze dove ha raggiunto tre finali (due di Conference, una di Coppa Italia) pur senza vincerle.
Gli allenatori scudettati
Dopo il ritorno in Serie A di Antonio Conte, ritorno celebrato col tricolore a Napoli, è da poche ore rientrato nel giro un altro scudettato, Max Allegri, nuovo allenatore del Milan che nell’ultima stagione ha battuto ogni record passando da Pioli (maggio 2024) a Lopetegui (inizio giugno 2024, però mai arrivato solo per la bocciatura dei tifosi) a Fonseca (metà giugno 2024) e a Conceiçao (fine dicembre 2024). Sono vicini al ritorno in Serie A altri due allenatori che in bacheca hanno uno scudetto, Pioli e Sarri, il primo sta per lasciare l’Arabia (tanti soldi, certo, ma il calcio da quelle parti non vale un quarto del calcio in Europa e in Sudamerica) e il secondo è stufo di trascorrere le giornate in campagna. Purtroppo ha deciso di smettere Claudio Ranieri che il suo titolo nazionale l’ha conquistato col Leicester così da trasformarlo in leggenda.