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Percassi e 50 anni di Atalanta: dal debutto col Bari all'impero miliardario

ANSA

Il 21 febbraio 1971 l'attuale patron nerazzurro esordiva 17enne in un match che valeva l'accesso alla Serie A

BERGAMO - L’uomo da un miliardo di dollari, secondo Forbes Billionaires 2020, mercoledì potrà godersi la madre di tutte le partite, contro il Real Madrid, addirittura covando l’ambizione legittima di poterlo eliminare dalla Champions League. Ma per Antonio Percassi già oggi vale un’esistenza. “Giornata splendida, terreno ottimo, spettatori 23mila circa per un incasso di lire 26.826.000. Marcature: terzini regolarmente sulle ali; gli stopper Spimi e Percassi (debuttante diciassettenne) sui centravanti Vallongo e Marmo. Liberi Muccini e Savoia. A centrocampo si fronteggiano Furlanis e Moro, Canè e Leoncini, Fara e Pirola. Controllo antidoping per Savoia, Percassi, Leoncini, Galli, Canè e Marmo. Calci d’angolo: 6 a 1 per il Bari. Ammoniti: Canè, Muccini e Percassi”. Dunque: debutto, duello chiave, ammonizione e... minzione, tutto in una volta. Non male per un under 18 lanciato dall’allenatore Corsini per l’indisponibilità del titolare Giovanni Vavassori. Cinquanta anni fa tondi, tondi, 21 febbraio 1971, Atalanta-Bari 2-2, partitissima della serie B al vertice. 

Dopo le 104 partite in nerazzurro, l'attività da imprenditore di successo

In tutto 104 partite con la Dea (6 in A, 4 pari e 2 ko) in sei campionati (senza gol), prima di chiudere col calcio giocato a Cesena (ceduto nello scambio con Ezio Bortuzzo), venticinquenne. Il fatto è che già da un paio di anni Percassi è un giovane imprenditore, poi capace di costruire un impero. Le basi nell’immobiliare (ancora ben presente nel suo portafoglio) poi l’abilità di diversificare i propri investimenti, sviluppando la rete vendita di marchi iconici: Benetton, Nike, Victoria’s Secret, Ralph Lauren, Gucci, Levi’s, Ferrari, Lego, Wagamama, diventando licenziatario unico in Italia della catena americano Starbucks dopo aver portato in Italia il marchio Zara, esattamente 20 anni fa. Fiore all’occhiello, Kiko, azienda cosmetica multimilionaria. Tutto controllato attraverso Odissea srl, holding familiare (gestita insieme ai sei figli).

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