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Benevento, Schiattarella e Viola di nuovo in regia

Inzaghi torna all'antico e schiera il doppio play: calciatori simili, ma complementari

BENEVENTO - Il “figliuol prodigo” e l'artista. Il centrocampo del Benevento riprende forma e si modella secondo le sue migliori specificità. Pasquale Schiattarella torna in campo dopo la settimana folle, quella del litigio con Roby Insigne, quella dei nervi a fiori di pelle, quella dell'esclusione dalla partita che poteva essere la più importante della stagione. Un giorno di pioggia, sotto le intemperie, senza copertura: un giorno che dura... un giorno e poi torne il sole. Pasquale si riprende il posto al centro dei giochi, si riconnette con la squadra che utilizza la sua materia grigia per sfidare chiunque e ritrova Nicolas Viola, il suo alter ego, il “gemello diverso”, un po' regista, molto mezzala. A Terni il mancino di Taurianova lo chiamavano Caravaggio, perchè disegnava traiettorie magiche con quel suo piede educato. Poi, di soprannomi gliene hanno affibbiati tanti altri: il “fenomeno”, senza troppo spazio alla fantasia, e “Freud”, per quella sua passione per la psicanalisi.

All'antica

Nicolas a La Spezia ha giocato. Si è caricato sulle spalle il peso di organizzare la manovra giallorossa, ha pilotato i compagni sia nelle manovre offensive, che in quelle in cui ci si è dovuto difendere. Un Viola d'altri tempi, come quando al Novara era lui ad avere appiccicato addosso l'etichetta di regista. Se ci sono le qualità, certe cose non si dimenticano e allora al Picco torna a cantare e portare la croce. Regala a Gaich la palla per andare a siglare il suo primo gol italiano e guida la squadra quando c'è da soffrire per evitare che lo Spezia prenda troppo campo. Ora tornano a giocare insieme, perchè è così che danno il meglio. Chiamateli come volete: il bianco e il nero, lo yin e lo yang, energie opposte che si completano. Uno ragionatore e bravo a scandenzare il tempo di gioco, l'altro estroso e pronto a scatenare la sua fantasia al servizio della squadra. Già, Inzaghi lo ha detto tante di quelle volte: «Per me Viola è una mezz'ala, ha una tecnica eccezionale che gli serve a dare il meglio di sé in quella posizione». All'occorrenza anche due registi in uno, con caratteristiche differenti e grande imprevedibilità. Poter schierare nuovamente sia Viola che Schiattarella riporta Inzaghi al suo assetto preferito: il 4-3-2-1 [...]

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