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Tacopina duro: «Nessuno rovini il Bologna»

LaPresse

Il presidente rossoblù interviene con una lettera dopo gli incidenti di Castelrotto

INVIATO A CASTELROTTO - Scosso, dispiaciuto, sconfortato. Così Joe Tacopina, il presidente del Bfc 1909 al momento a New York, appena ha appreso degli scontri tra ultrà che si sono verificati ieri prima dell'amichevole tra Bologna e Spezia a Castelrotto; ha diramato un comunicato ufficiale esprimendo tutta la propia amarezza. «Amiche e amici di Bologna, appassionate e appassionati di calcio, siamo rimasti colpiti da quello che è accaduto prima della partita fra Bologna e Spezia. In questi mesi abbiamo lavorato senza risparmio su un’idea: il calcio può dar vita a una bella idea di comunità. Attraverso il calcio possiamo rendere più piacevole la nostra vita e possiamo tentare di alleviare i problemi che la quotidianità ci riserva. Il calcio forse non ci renderà più felici, ma può renderci più consapevoli che l’essenza della vita è stare insieme. Creare comunità significa infatti che i nostri problemi, se condivisi, saranno più lievi e le nostre gioie, se vissute l’uno accanto all’altro, ancora più intense. A Castelrotto abbiamo visto bambini e famiglie fuggire mentre ci si picchiava con bastoni e coltelli. Abbiamo visto un luogo di divertimento come il Bologna Fan Village trasformato in un’arena per difendersi o attaccare. Non crediamo a una comunità di moralisti, dove qualcuno prescriva dall’alto come comportarsi. Ma crediamo profondamente nel rispetto che genera condivisione delle emozioni e dei sentimenti. E che cosa c’è da condividere nell’atteggiamento di gruppi che si riconoscono e si sfidano a colpi di coltello e di bastone? Non si prova tristezza nel vedere quei bambini scappare e il campo di calcio vuoto? Abbiamo vissuto mesi importanti e ci siamo abbracciati, piangendo, per la felicità di una promozione che ci proiettava nel mondo dei sogni. Ora il nostro impegno deve essere quello di rispettare i sogni che abbiamo fatto sbocciare. Ciascuno di noi porti serenità e parli a chi mostra ostilità o indifferenza. Tutti devono avere la possibilità di vivere il calcio come una festa. Le istituzioni ci daranno una mano, perché sanno quanto può perdere Bologna da fatti del genere. Bologna è e sia sempre luogo di gusto e di bellezza, ovunque nel mondo porti i suoi colori e i suoi simboli. Ma se uomini, donne e ragazzi sono costretti a scappare allora non c’è bellezza e non c’è futuro. Il nostro club, perciò, vigilerà compatto e deciso. Nessuno dovrà più provare paura, nessuno rovini il nostro modo di stare insieme, figlio della cultura della nostra città».

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