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Inter, la frase di Conte che ha fatto infuriare Sabatini

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Il dt tecnico rossoblù furibondo: "Lautaro? Solo un tuffetto. L'allenatore dell'Inter mi piace ma ha delegittimato il nostro gol"

«Il fallo di Palacio è stato trascurato, anche se era fuori area, sarebbe stata una punizione dai sedici metri, e io un fallo così me lo prendo eccome: la partita sarebbe finita in un altro modo». C’è tutto dentro l’analisi di Walter Sabatini, il dt tecnico rossoblù, che da questo Bologna-Inter si porta via tante cose, la solita voglia di una sigaretta («ma ho smesso, non fumo più»), «una grande incazzatura» e l’amarezza per aver perso una partita «che non volevamo e non dovevamo perdere». Complice l’arbitro, di cui Sabatini nomina colpevolezze, e come sa fare lui le analizza, le racconta, le mette in luce: «Non voglio piangere - dice il direttore rossoblù - io non sono uno che piange, ma voglio raccontare la partita come è stata, quella che è. E raccontare che è stata una grande partita dell’Inter non è giusto. Io sono un esteta del calcio, e se dicono che abbiamo fatto un autogol mi incazzo come una iena».

La frase di Conte che non è piaciuta a Sabatini

Mani in tasca, Sabatini scivola via nel parcheggio del Dall’Ara. Ma è un uomo di ragione e sentimento, e quando parla lo fa nel modo più forte possibile: «Il fallo su Lautaro? Ridicolo. Lui era forte, ma adesso è anche scaltro. Voi come l’avete visto?». Tiene le mani in tasca, e ondeggia tra la rabbia e l’amarezza. E rimette insieme tutti i concetti, anche i più spinosi, i più caldi: «A due minuti dalla fine c’era un fallo evidente su Palacio, il fallo lo prendo anche se non c’è rigore, anche se è fuori area, perché la partita sarebbe finita in maniera diversa. Lautaro invece trattiene la gambe, è un tuffetto, se lo vogliamo definire in maniera extracalcistica». Di Conte, di cui ha stima, Sabatini dice: «Conte ha elogiato il Bologna, un avversario leale. Lo rispetto, è uno dei miei modelli ma ha delegittimato il nostro gol parlando di autorete. Ha delegittimato il nostro gol, ma il nostro è un gol meritorio. Non è liquidabile come un autogol, è un’azione armonica, portata avanti con sfrontatezza e coraggio». 

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