BOLOGNA - Se è vero che ci vorrà quasi un mese per la ripresa delle attività, i giocatori continuano a mantenersi in forma. In modo particolare c'è chi come Mitchell Dijks non solo si allena con pesi e cyclette, ma sui social posta le immagini del suo unico gol con la maglia del Bologna. Era l'8 aprile di un anno fa nel 3-0 casalingo contro il Chievo: "Mi mancano queste emozioni", ha scritto. 360 lunghi giorni, lunghissimi. Molti dei quali, specie gli ultimi sei mesi, da dimenticare. La voglia di rientrare è tanta, così come la sofferenza di un infortunio che sembrava banale, per poi rivelarsi pesantissimo.

Ne ha parlato molto e continua a farlo, anche se a distanza, con il suo connazionale e coetaneo Stefano Denswil. Entrambi del 1993, hanno vissuto una storia molto simile nel primo anno di serie A. Dijks ha faticato ad inserirsi nel 3-5-2 di Inzaghi, Denswil nel 4-2-3-1 di Mihajlovic. Il primo ha dovuto inventarsi esterno di centrocampo. Un ruolo che non solo non gli è congeniale, ma che non è riuscito ad interpretare come Inzaghi chiedeva tanto da fare parecchia panchina. Denswil è arrivato come centrale, con un palmares importante, con ben 30 presenze e quattro reti nelle coppe europee. Ma fin da subito ha mostrato una certa difficoltà ad adeguarsi agli attaccanti del nostro campionato, facendosi battere negli stacchi aerei, negli anticipi, e non riuscendo, a volte, in chiusure che sembravano possibili per un giocatore della sua esperienza. A differenza di Dijks, rinato solo quando Mihajlovic lo ha riportato nella sua posizione di esterno sinistro della difesa a quattro, Denswil ha cercato di sfruttare l'assenza del compagno e di Krejci per inventarsi laterale.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SULL'EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLO SPORT