BOLOGNA - I contratti sono già pronti, manca solo da scriverci sopra la cifra. E questo discorso non vale solo per il rinnovo del rapporto con Rodrigo Palacio, che ha sempre rappresentato il segreto più conosciuto in tutta Bologna, ma anche per quello con Danilo Larangeira, che in questi mesi ha saputo farsi apprezzare non solo da Sinisa Mihajlovic ma anche dall’intero gruppo, che gli ha sempre riconosciuto un lavoro costruttivo anche dentro gli spogliatoi. La prima conseguenza di ciò è la seguente: anche nel caso in cui il campionato, ammesso che possa ripartire, vada oltre il 30 giugno il Bologna non avrà alcun problema, perché gli unici due giocatori in scadenza sono proprio l’attaccante e il difensore brasiliano. Che nei prossimi giorni, appunto, metteranno nero su bianco sul contratto che li legherà alla società rossoblù ancora per un anno.

Sono da escludere del tutto sorprese o ripensamenti? Da parte del Bologna sì, questo è certo, quello che è lo scenario a oggi potrebbe cambiare solo nel caso in cui Danilo decidesse di andare via, avendo ricevuto magari da un’altra società una proposta biennale. Una soluzione che i capi rossoblù non vogliono neanche prendere in considerazione almeno per il momento, avendo avuto dal difensore brasiliano assicurazioni sulla sua volontà di restare a Casteldebole. Dove, particolare non di sicuro trascurabile, ha saputo ritrovarsi dopo l’anno complicato e per certi versi anche avvelenato di Udine. Ora, se per Palacio (appunto) non ci sono mai stati dubbi e non ce ne saranno a meno di clamorosi dietrofront da parte del campione argentino, non dimenticando tra l’altro che il Bologna e il procuratore dell’attaccante sono già in contatto telefonico da settimane, per quanto riguarda Danilo va sottolineato come siano state fatte valutazioni approfondite in questi ultimi tempi. In questo senso: alla società non sarebbe dispiaciuto aggiungere due prospetti importanti dietro (e non a caso a gennaio aveva praticamente chiuso con l’Atalanta l’operazione Ibanez, poi passato alla Roma), ma ecco che successivamente è entrata in un altro ordine di idee.

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