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Mihajlovic, la moglie svela: "Il Bologna ha pagato lo stipendio fino a fine contratto"

Arianna Mihajlovic parla a un anno dalla scomparsa dell'ex calciatore e allenatore: la depressione dopo la morte e lo straordinario gesto del club rossoblù

Mancano pochi giorni a Lazio-Bologna, una partita speciale per il compianto Sinisa Mihajlovic: "È la partita di Sinisa, tornerò allo stadio e mi riavvicinerò al calcio da cui mi ero allontanata. Ci tengono anche i miei maschietti, sono tifosi sfegatati della squadra biancoceleste". Sono queste le parole della moglie, Arianna Mihajlovic, ad un anno dalla scomparsa dell'ex calciatore e allenatore. Arianna si è raccontata in una lunga intervista rilasciata al Messaggero.

Arianna Mihajlovic e la depressione: "Ho deciso di vivere"

Arianna Mihajlovic ha parlato della depressione che l'ha colpita dopo la scomparsa di Sinisa: "Il professionista a cui mi sono rivolta ad un certo punto mi ha detto: Arianna, o ti rialzi e vivi per te e i tuoi figli, oppure ti lasci andare e te ne vai come Sinisa. Frasi forti, che mi hanno scosso e ricordato chi sono: vengo dalla borgata, ho avuto una palestra di vita molto pesante e oggi raccolgo i frutti di quella esperienza. Non lo nego, niente è come prima, ma ho dei figli meravigliosi e una nipotina. Ho deciso di vivere. Passo le giornate cercando di non stare a casa, non ci riesco, troppa memoria, almeno per adesso. Vedo le mie amiche, mi occupo degli affari che gestiva Sinisa, poi ho dei momenti di crisi da cui esco con l’aiuto dei miei figli".

Arianna Mihajlovic ringrazia il Bologna: "Gesto straordinario"

Poi ha svelato un bellissimo gesto da parte del Bologna: "Quando è stato esonerato Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male, d’altronde lo aveva anche detto. Non si sarebbe mai dimesso, voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un’altra strada e non posso giudicare: ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario, che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze. Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti, Di Vaio: nessuno mi ha dimenticato, una società speciale e una città speciale. Anche con Sabatini c’era un rapporto pazzesco. La città ci era entrata nel cuore ancora prima della malattia. E durante il percorso di sofferenza è diventato un amore viscerale: le settimane in ospedale, la sofferenza al campo di allenamento. Tutto condiviso con gente meravigliosa".

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