È uno degli ultimi uomini-mercato del nostro calcio e non gli manca certo la conoscenza delle realtà internazionali. Ha il gusto della scoperta e della riscoperta (Odgaard, ad esempio), gli piace da morire individuare il pullover di cachemire tra i mille accatastati sui banchetti del mercatino delle pulci che altri avevano trascurato. Riassume in sé due valori fondamentali: esperienza e competenza.
Dando un’occhiata alle prime posizioni della classifica risulta evidente che Napoli (Conte, De Laurentiis, Chiavelli, Manna), Inter (Marotta, Ausilio), Atalanta (Percassi padre e figlio, Gasperini, D’Amico), Lazio (Lotito, Fabiani), Fiorentina (Pradè), Juve (Giuntoli) e Bologna (Fenucci, Sartori) hanno gente che conosce la materia, la mastica.
Il nostro è un calcio più povero di altri, ma severo: non premia le invenzioni, i parvenu e gli head hunter.