BOLOGNA - La storia è lì, a un passo, ma sarebbe un errore imperdonabile ritenere di averla ormai agguantata. Sì, eccome se il pensiero del Trap, «mai dire gatto fino a quando non è nel sacco», è tornato a essere di moda a Casteldebole, nella casa di lavoro del Bologna. In poche parole, la finale di Coppa Italia che tutto il Bologna e Bologna vogliono fortissimamente da agosto, ancora per un giorno dovrà continuare a essere un Grande Obiettivo, 51 anni dopo l’ultima volta. Precisamente 51 anni, quando il Bologna di Bruno Pesaola, «Il Petisso», Giacomo Bulgarelli, Beppe Savoldi ed Eraldo Pecci non solo la raggiunsero, ma addirittura la vinsero battendo ai calci di rigore il Palermo, ripreso a 1 minuto dalla fine dei tempi regolamentari dal Beppegol di allora. Ora, è vero che dopo il 3-0 dell’andata a Empoli, gol di Riccardo Orsolini e doppietta di Thijs Dallinga, e tenendo anche presente come l’Empoli abbia per il momento tutte altre idee nella testa per quella che è la sua classifica molto avara di punti in campionato, potrebbe portare il Bologna a vivere sonni tranquilli e di conseguenza a sottovalutare l’impegno, ma proprio su questo tasto ha picchiato forte in questi giorni Vincenzo Italiano, ricordando ai suoi calciatori come negli passati in Conference League la sua Fiorentina, sentendosi ormai oltre il guado, costruì un paio di brutte figure colossali, finendo per mettere addirittura a rischio il passaggio del turno, nonostante le rotonde vittorie nelle partite di andata.
Italiano tiene il Bologna sulla corda
Ecco il motivo per il quale Italiano non si fida di questo Empoli che ha saputo eliminare nel suo percorso di luci in trasferta Torino, Fiorentina e Juventus e chiede al Bologna di non staccare la testa dal manubrio e di continuare a pedalare, pedalare forte. Sapendo bene che nel caso in cui i suoi calciatori si comportassero in questo modo, come d’altra parte è accaduto a Empoli, la finale non potrebbe sfuggirgli. Tra l’altro, ieri l’allenatore rossoblù ha tirato fuori altri tre argomenti estremamente interessanti per inculcargli nella testa come in questa serata non solo non dovranno essere sbagliati né l’approccio né il risultato, ma neanche la prestazione. Primo perché va regalata al presidente Joey Saputo un’altra gioia, secondo perché i 25 mila spettatori che saranno al Dall’Ara meritano di vivere un’altra serata di festa, terzo perché il Bologna deve dimostrare come finalmente abbia indossato il vestito della grande squadra, che vince non soltanto le partite più complicate ma anche quelle che all’apparenza sembrano facili. All’apparenza, appunto, perché se la partita di stasera si dovesse all’atto pratico rivelare facile, sarebbe stato perché i rossoblù sono scesi in campo con i concetti giusti nella testa.
Bologna, la grande attesa
Fate conto che Bologna stia aspettando solo che il Bologna faccia questo ultimo grande passo, poi state sicuri che comincerà la corsa al biglietto per l’Olimpico di Roma, con la convinzione che saranno trentamila i tifosi rossoblù che presenzieranno a questa finale. E in attesa di potersi mettersi in coda nei punti vendita per la partita di Roma, nelle ore passate i tifosi le code le hanno fatte per i biglietti relativi alla sfida contro la Juventus (per quanto riguarda la prelazione riservata agli abbonati), perché la finale di Coppa Italia è un obiettivo ma guai a dimenticare come il popolo rossoblù stia sognando lo sbarco in Europa anche attraverso il campionato. Certo, anche in Champions League, perché da una parte il calendario che attende i rossoblù è molto complicato ma dall’altra questo Bologna ha evidenziato di potersela giocare contro tutti e di poter battere anche l’Inter prima in classifica. Per colpa del Bologna, da domenica sera a pari punti con il Napoli.