Il suo gol, anzi i suoi gol, hanno reso il sogno vero, concreto, e non più relegato alle chiacchiere da bar: la finale di Roma porta il suo timbro, perché tre gol su cinque, nei centottanta minuti con l'Empoli, hanno la sua firma indelebile sul pallone. La firma di Thijs Dallinga. Che dopo mesi di incomprensioni, incertezze, e certamente più dolori che gioie, si è poi rilanciato con l'arrivo di aprile, dopo un inverno ad intermittenza. La pubalgia c'è, ma è un'ospite sgradita con cui l'olandese ha imparato a convivere. E insomma: privo forzatamente di Castro per più di un mese, Italiano ha comunque trovato nell'uovo di Pasqua una valida alternativa. Santi sta meglio, migliora giorno dopo giorno. Ma adesso, dovrà fare i conti con un Dallinga nuovo, che di fermarsi non ne vuole proprio più sapere. Specie dopo aver strappato, a suon di gol, il biglietto per la finale.
Dallinga, la svolta
La doppietta all'andata, ma non solo. Anche il gol della festa al ritorno, per chiudere definitivamente ogni discussione: col timbro di giovedì, Thijs è arrivato a quota sei in stagione. Due in campionato, uno in Champions League. Tre in Coppa Italia. Dove di questo Bologna, tornato in finale dopo cinquantuno anni, è il capocannoniere. Un titolo guadagnato dopo un mese di stakanovismo puro: dalla trasferta di Venezia, nonostante il problema al pube, Thijs si è infatti rimboccato le maniche, facendo degli straordinari la sua regola. In sintesi: dal 29 marzo al Penzo fino al 24 aprile al Dall'Ara, Dallinga ha giocato sei partite da titolare tra campionato e Coppa Italia. Tutte di fila. Una novità assoluta in stagione.
Dallinga, tutti gli scenari
E adesso che anche l'altro attaccante si è messo a segnare, contemplando l'idea di arrivare in doppia cifra, Vincenzo Italiano gongola: perché là davanti, per un maggio che si annuncia di passione pura, può contare su sedici reti in due, cioè quelle della coppia formata da Castro e Dallinga. Thijs ci ha messo un po' ad entrare nei meccanismi, e la sfortuna specie all'inizio non era mancata (vedasi per maggiori informazioni i tanti gol annullati per fuorigioco, Anfield su tutti). Il periodo natalizio aveva dato segnali di risveglio, coi primi gol, uno su tutti a risaltare: quello contro il Borussia in Champions League, decisivo per una rimonta storica. Poi però la luce si era di nuovo spenta, anche a causa dei malanni fisici. Fino all'aprile della rinascita.
Dallinga, la teoria del Ketchup
All'orizzonte c'è dunque tutta una nuova storia da scrivere. E se la sorpresa è pressoché generale per il nuovo Dallinga, c'è chi invece fa eccezione alla regola: Vincenzo Italiano. Che anche nei momenti più duri aveva sostenuto il ragazzo, consapevole che gli mancava poco, giusto una scintilla, per sbloccarsi. La cosiddetta teoria del ketchup: un gol per far saltare il tappo. Una legge calcistica che sotto le Due Torri è già leggenda, tanto da essere usata anche nella vita di tutti i giorni. Ebbene: Dallinga l'ha messa in pratica, realizzandola forse in parte (cioè con numeri inferiori rispetto a quanto segnava in giro per l'Europa) anche se guardando la stagione nel suo intero, c'è un dato incoraggiante che riguarda l'ultimo aprile: e cioè che tre reti in un mese, Thijs non le aveva ancora fatte. Un auspicio per il (e la) finale? L'olandese viene da un triennio in doppia cifra, tra Paesi Bassi prima e Francia poi. E cioè da quel 2021-2022 dove esplose all'improvviso nell'Excelsior, con chiamata annessa a fine stagione per Tolosa. Il primo capitolo della teoria del ketchup. Il resto è storia. In attesa ovviamente del lieto fine: e cioè che quel tappo, salti in via definitiva.