Squadra impaurita, e che per paura sbaglia più di quanto non farebbe in virtù delle sue imperfette capacità. Una paura nella quale, questo è il sospetto più preoccupante, le scelte di Zeman probabilmente funzionano da detonatore, da benzina lanciata a secchiate sul fuoco. Benedetti impresentabile, Balzano spostato a sinistra dove non si ritrova, il tridente dove non c’è neanche un attaccante di ruolo, Crisetig costretto a fare l’interno che è un ruolo di ripiego e non il suo canonico (regista). Tutto ciò alimenta la paura e le incertezze nelle quali ogni squadra che si misura con il Cagliari sguazza felice. Non fosse stato per un arbitro troppo tenero, i rossoblù avrebbero pagato un pegno ancor più amaro (rigore perdonato a Benedetti e rosso non sventolato a Cossu, nel primo tempo).
Basta per decretare la fine del sogno zemaniano? Occorre ammettere che la squadra sta mostrando una crisi di rigetto profonda, a tutti i livelli. Non fa niente di quel che il boemo predica, ed è evidentemente intimorita. Il corto circuito è di tale portata da non sembrare risolvibile con un patto d’acciaio interno. Il Cagliari, messo così, difficilmente potrà rialzarsi.