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Serie A Cagliari, Rastelli: «Non siamo appagati»

ANSA
Il tecnico: «Affrontiamo un avversario tosto, noi comunque vogliamo conquistare i 3 punti»

CAGLIARI - "Affrontiamo un avversario tosto, rognoso, reduce da tre sconfitte consecutive e che vorrà fare risultato a tutti i costi. Un’ottima squadra, che dovrà fare a meno di diversi elementi e per questo potrebbe avere dei problemi nella gestione della gara. Noi comunque vogliamo conquistare i 3 punti. Non è vero che siamo appagati". Il tecnico del Cagliari, Rastelli, guarda al prossimo impegno di campionato, contro il Chievo: "Non mi fossilizzerei troppo sul sistema di gioco. In campo ci si muove, non è una lavagna statica. Contano l’interpretazione e la prestazione: dovremo essere bravi ad interpretare la gara, i ragazzi sanno quello che devono fare nelle due fasi”.

PROBABILI FORMAZIONI

LE SCELTE - "Barella? È a disposizione. Non dimentichiamo che è fermo da un po', vediamo se a partita in corso può dare il suo contributo. Pisacane out? Con lui avevamo trovato i giusti equilibri difensivi: la sua dinamicità si sposa bene con l’esperienza di Bruno. Per la sua sostituzione, ho provato durante la settimana sia Capuano che Salamon, uno dei due andrà in campo. Bartosz è stato sicuramente penalizzato dalle mie scelte indirizzate a trovare i meccanismi giusti, ma si è sempre allenato bene, non ha mai saltato un allenamento né ha mollato di un centimetro. Han? Merita tanti complimenti, ha giocato bene e ha segnato un bel gol. Potrà darci una mano in queste partite finali".

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STANCHEZZA - "A fine stagione inizia a fare capolino un po' di stanchezza fisica e mentale e credo che possa condizionare entrambe le squadre. Mi auguro non troppo. Sau? Da ex attaccante potrei capire se sentisse un po’ di scoramento. Magari fai tutto bene, aiuti la squadra adattandoti a fare il terzino o il centrocampista, ma la palla non ne vuole sapere di entrare e tu soffri perché non vedi l’ora di tornare al gol. Vedendo come si sta allenando Marco, sembra che non ne stia risentendo: del resto l’attaccante vive di momenti, è una condizione mentale. Basta un gol per sbloccarsi e riprendere poi a segnare con continuità”.

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