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Cagliari, Giulini spara alto: «Barella? Servono 50 milioni»

Getty Images
Il presidente: «Faremo di tutto per tenerlo un'altra stagione. Sudditanza psicologica degli arbitri? Nel girone d'andata con le grandi le decisioni sono state sempre a nostro sfavore»

CAGLIARI - "Dell'argomento preferirei non parlare più. Certamente serve più qualità, non solo nei giocatori, ma anche nella classe arbitrale". Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini - ospite di 'Radio anch'io sport' - è tornato così sull'episodio della partita con la Juventus, la palla deviata in area da Bernardeschi con un braccio, sul quale l'arbitro Calvarese non ha chiesto l'intervento della video-assistenza. «La rabbia un po' è passata, ora è il momento di far lavorare bene gli arbitri e portare la Var all'impiego ottimale. Sudditanza psicologica? Nel girone d'andata - ha aggiunto il presidente - con le grandi le decisioni sono state sempre a nostro sfavore. Ma non era successo negli anni precedenti, quindi non voglio trarre conclusioni affrettate, né abbandonarmi al vittimismo. E soprattutto non voglio che lo facciano i miei giocatori».

BARELLA - Ospite di Videolina, emittente televisiva sarda, Giulini ha anche commentato le indiscrezioni di calciomercato che riguardano Nicolò Barella, il gioiello della rosa del Cagliari che piace soprattutto alla Roma: «Sul rinnovo ho letto di tutto, ma non lo abbiamo fatto per alzare il prezzo: Nicolò meritava uno stipendio migliore e un anno in più di contratto. Vogliamo crescere, migliorarci e faremo di tutto per tenere Nicolò un'altra stagione. Certo, se arrivassero offerte irrinunciabili, da 50 milioni allora ne potremmo discutere. Ci prendiamo i cinquanta milioni e rafforziamo la squadra...».

CASO MATUIDI - Giulini ha accennato anche all'episodio che ha coinvolto Matuidi: «Allo stadio non ci sono stati cori razzisti, nessuno ha sentito 'buù o cose del genere. Tanto che in un primo momento la reazione del giocatore era stata attribuita ad un precedente fallo di gioco. Però Matuidi qualcosa deve aver sentito, il nostro è uno stadio all'inglese, tra gli spalti ed il campo ci sono sette metri, altrimenti non avrebbe reagito così. Ma non è certo per quattro ignoranti che una grande città come Cagliari può essere tacciata di atteggiamenti razzisti».

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