CAGLIARI - Gli sono servite cinque giornate in campo, dopo una prima vissuta interamente in panchina, per prendere bene le misure della sua nuova realtà. Ma come in una perfetta sinfonia, Diego Godin è esploso alla sesta, confermando di essere quel perno della difesa che il Cagliari andava cercando. Per la gioia di Eusebio Di Francesco che lo ha fortemente voluto in rossoblù per consegnargli le chiavi di una retroguardia alla quale serviva un leader carismatico per poter lasciare il segno.

La scalata

Non sono state tutte rose e fiori in avvio di questa avventura sarda per lo Sceriffo uruguaiano che, reduce da una stagione non certo esaltante con la maglia dell’Inter e con poca continuità sulle gambe, aveva soprattutto bisogno di ritrovare il ritmo partita. Abituato ad un diverso modo di marcare ai tempi dell’Atletico Madrid, a Milano non è riuscito a mettere in mostra il suo essere “difensore dentro” come ha più volte sottolineato Di Francesco, finendo per trascorrere un periodo nerazzurro non particolarmente esaltante.

Cagliari poteva essere la sua grande occasione di riscatto e dopo qualche lungaggine nella trattativa, la tanto attesa fumata bianca, caldeggiata anche dal suocero ed ex bandiera rossoblù, Pepe Herrera, è arrivata per la gioia dei tifosi, del tecnico e soprattutto del presidente Tommaso Giulini che lo ha corteggiato senza sosta durante l’estate. Da parte sua, Godin ha subito voluto essere protagonista visto che [...]

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