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Bonato esclusivo: "Il Cagliari che vogliamo. Giovane, forte, da serie A"

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Bonato esclusivo: "Il Cagliari che vogliamo. Giovane, forte, da serie A" L.Canu / Ciamillo
Il direttore sportivo dei sardi: "La società ha puntato su valori veri. Baby di qualità  con un futuro, risultati e sostenibilità. Visto la nostra Primavera?"

Mentre ancora calcava i campi del nord Italia (giovanili del Verona, Lecco, Brescello), Nereo Bonato, 60 anni, veronese, già pensava al futuro, e metteva in cascina una laurea in Economia. Smesso di fare il portiere, ha infilato il naso in uno studio di commercialista. Per poco. «Non faceva per me», racconta, «e ho intrapreso la carriera di direttore sportivo». Carriera che si è snocciolata tra Brescello, Modena, Sassuolo, Udinese, Cremonese e così via, sino a approdare, il 21 novembre del 2022, al Cagliari. Da allora, promozione in Serie A, salvezza e, nella stagione in corso, buone probabilità di confermare la categoria. Sarà vero che credere nella superstizione è da stupidi, ma è anche vero che - come disse Totò - non crederci porta sfortuna.

Bonato, in questa stagione c’è stato un cambio di rotta della strategia societaria.

«E’ vero, l’obiettivo era la costruzione di un gruppo che potesse durare nel tempo puntando sui giovani di qualità, possibilmente italiani, che considerassero Cagliari una meta ideale per crescere e affermarsi. Il tutto coniugando i risultati sportivi e la sostenibilità economica»

A nove giornate dalla fine, qual è il bilancio?

«I n generale, più che positivo. Zortea, Adopo e Piccoli, per esempio, hanno mostrato le loro qualità. Bravi loro e bravo Nicola, che ha saputo valorizzarli senza forzare i tempi».

La pazienza non è una delle virtù del calcio italiano.

«Appunto, ma noi vogliamo andare controcorrente. Vogliamo far crescere i nostri giocatori passo dopo passo, aspettando chi ha bisogno di più tempo».

Vengono in mente i nomi di Luvumbo, Gaetano e Prati.

«Hanno voglia di spaccare il mondo, ma sono stati frenati da qualche contrattempo che gli ha impedito di dare un contributo come nello scorso campionato. Crediamo in loro, li aspetteremo e alla fine avremo ragione».

Luvumbo ha subito infortuni, Gaetano no. Che cosa gli sta capitando?

«Niente di speciale. Forse si è trovato addosso un carico di responsabilità che prima non aveva. Capita a molti, le qualità restano intatte».

Immagino che l’affermazione di Felici le faccia piacere.

«Alle spalle aveva solo un po’ di Serie C e un anno di B, l’allenatore è stato abile a gettarlo nella mischia nel momento opportuno. Dopo tante partite consecutive, ha accusato un po’ di fatica, ma adesso ha ricaricato le batterie e morde il freno» .

Tutta la squadra, nelle ultime gare, è sembrata meno brillante. Preoccupato?

«Per niente. Era inevitabile dopo una lunga serie di impegni. La sosta è capitata a proposito, ci ha permesso di rigenerarci».

Domenica arriva il Monza, quasi spacciato.

«E’ in ritardo, ma vorrà giocarsi le ultime possibilità di rientrare in corsa. Nessuno si illuda che sia una partita facile. Vincere in A è sempre complicato, contro qualsiasi avversario».

Siamo al rush finale, cosa servirà per salvarsi?

«Unità, equilibrio, compattezza, fiducia e l’aiuto del pubblico. I nostri tifosi saranno determinanti per superare gli ultimi ostacoli. Non ci hanno mai abbandonato nei momenti difficili, il Cagliari conta su di loro».

Alla vigilia, si aspettava il Cagliari in questa situazione di classifica?

«Sì, eravamo preparati a lottare sino alla fine, come sta avvenendo».

Stesso discorso per lo scudetto?

«Identico. La classifica rispetta i rapporti di forza. Sarà una corsa a tre sino alla fine».

La sorpresa è l’Udinese o il Bologna?

«Nessuna delle due. Conoscendo i Pozzo, sapevo che la squadra sarebbe risorta, le difficoltà dello scorso anno erano un’anomalia. Il Bologna è stato bravissimo, merito di tutti ma soprattutto di una società solida e competente. Partecipare alla Champions li ha fatti crescere».

Poi c’è il miracolo Ranieri.

«Ero certo che avrebbe riacceso la Roma. Ha le qualità per rimettere a posto le cose, la Roma è in corsa per la zona Champions».

Mentre il Cagliari Primavera…

«E’ in finale di Coppa Italia, un traguardo storico. Bravi tutti, giocatori e staff. Adesso, chiediamo a loro l’ultimo sforzo, battere il Milan e regalarci il trofeo. Sarà comunque un grande riconoscimento per un settore che negli ultimi anni ha lavorato bene e ha fornito alla prima squadra profili come Obert, Luvumbo e Kingstone. Questa è la strada».

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