La versione italiana del Moneyball si trova in Lombardia, ma non è il Milan di Billy Beane. Perché la lettura dei dati sta portando in alto il Como di Cesc Fabregas, vittorioso contro il Napoli dopo avere battuto la Fiorentina al Franchi e dominato la Juventus, perdendo più per sfortuna che per effettivo demerito. Gli uomini copertina sono tendenzialmente due: Nico Paz e Assane Diao. Il primo, nato a Santa Cruz di Tenerife - perché il padre, Pablo, nel 2004 giocava all’Atletico Paso, club nelle Isole Canarie - si è preso la maglia della nazionale argentina, mentre il secondo ha già segnato cinque gol in campionato, una statistica che si aggiorna ogni settimana. Paz un anno fa era al Castilla e vantava qualche apparizione con la prima squadra del Real Madrid, ma è calato in A come una cometa. Diao è costato 10 milioni a gennaio, un’intuizione che ora vale già più del doppio.
Il segreto del Como
Ma come fa il Como a trovare certi profili? È un processo condiviso, una sorta di comunione di intenti che parte proprio dalla visione e dall’utilizzo dei dati. Questi servono a oggettivare un eventuale investimento rispetto a un altro di fronte alla proprietà che, poi, dà il suo placet a procedere per l’acquisto. Lo scouting è globale e, per il mercato estero, c’è molto di Mark-Jan Fledderus, olandese precedentemente al Groningen. La condivisione poi arriva fino a Cesc Fabregas che dà pareri sull’eventuale acquisto, fino a sedersi per parlare con il giocatore per convincerlo. Perché, ed è evidente, una stella del calcio può avere un grosso potere di persuasione. Come, del resto, quello che rappresenta Thierry Henry, azionista, oppure Raphael Varane, arrivato per giocare e finito dall’altra parte dello specchio, collaborando e cercando di imparare come funziona un club nei suoi aspetti dirigenziali. I grandi nomi sono fondamentali, anche quando Vardy fa capolino in tribuna, Dele Alli viene contrattualizzato oppure le stelle di Hollywood esultano a una rete dei biancoblù. È una svolta fashion, una nota di colore che, però, deve portare anche ai risultati. Sin dall’inizio l’idea è stata quella di avere una formazione propositiva, che dominasse il gioco, che avesse dei dati soddisfacenti.
Como, la svolta
Si ritorna sempre lì, ma è anche il motivo per cui è nato il sogno Como: il 13 novembre del 2023 Moreno Longo veniva esonerato dopo sette punti in tre partite, con la sensazione che fosse l’anno buono per la promozione. Al suo posto Fabregas, che fino ad allora aveva allenato la Primavera. Una transizione difficile, con grandi critiche ma ottimi risultati. Alla base della scelta c’era l’analisi dei dati, che non pendeva dalla parte di Longo quanto i risultati. Così Fabregas è finito in panchina, con qualche dubbio perché nel 2022 possedeva anche delle quote della società. A inizio febbraio, dopo la sconfitta con il Bologna - e un calendario complicato - il tecnico ha affermato. «Non dobbiamo buttare via tutto quello che abbiamo fatto finora, se vado in Serie B ci vado con la mia idea». Ora tocca ai dividendi, quelli che recitano più sette sull’Empoli, tredicesimo posto in classifica e un futuro ancora più roseo. Perché i fratelli Hartono rappresentano la proprietà più ricca d’Italia e non vogliono solo fare business, ma anche vincere.