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Vlahovic: "Io come Totti, ecco per chi sono rimasto alla Fiorentina"

L'attaccante serbo si racconta in un'intervista a Dazn, rivelando alcuni retroscena sulla sua scelta di cuore, e lancia la sfida a Haaland: "Lui è più veloce ma..."

"A Firenze si sta da dio, sono arrivato quando ero molto giovane e questa è la mia seconda casa". Dusan Vlahovic ha spiegato i motivi per cui in estate ha deciso di rimanere a Firenze, nonostante mezza Europa si fosse messa sulle sue tracce. "Parlo sempre in modo sincero - ha raccontato a Dazn - penso che chi è venuto dalla parte dei Balcani sta facendo le cose più con il cuore che col cervello. Io mi sentivo di rimanere, qui penso di poter crescere ancora. Farò tanti gol e assist, il resto come viene viene. Ci possono essere tanti rischi, ma senza i rischi non vale la pena vivere. Mi viene in mente Totti contro l'Olanda che fece il cucchiaio e quello è rimasto per sempre".

Vlahovic sfida Haaland

Il 21enne bomber della Fiorentina non si nasconde e lancia un guanto di sfida al coetaneo Haaland. "È una macchina, un robot. Lui è più veloce di me, per il resto ce la giochiamo". Tra i suoi idoli calcistici, Ibrahimovic, "per il suo carattere e la voglia di non mollare mai. Non permetteva mai a nessuno di comandarlo, poi le giocate mostruose... Dopo la partita a Firenze in cui abbiamo perso 3-2 approfittai del fatto che magari non era molto arrabbiato per chiedergli la maglietta. Me la firmò, facemmo la foto e scrisse la dedica nella nostra lingua, mi ha detto di andare avanti così e non mollare mai. Poi io non sono molto bravo a parlare quando incontro un idolo". Come un'altra icona della storia viola come Jovetic: "Non lo sapeva nessuno, ma a 18 anni è diventato capitano del Partizan, andavo allo stadio tutte le domeniche a vedere le sue giocate. Avevo una maglietta senza numero né scritta dietro: a casa trovai una maglia, ci misi il 35". Al tempo la sua esultanza era un omaggio a quella di CR7. "Mi gasava, la usavano tutti. Nello spogliatoio abbiamo detto che al primo gol avrei esultato come lui".

"Italiano? Sono rimasto a Firenze anche per lui"

Sul nuovo tecnico della Fiorentina, Vlahovic non ha dubbi. "Uno dei motivi per cui ho scelto di rimanere è Italiano, perché dopo il ritiro ho detto 'con questo ci si diverte'. Ti sta sempre addosso, non ti fa respirare e così puoi solo migliorare. Mi piace la concorrenza, è divertente giocare per lui. Quando è arrabbiato mi chiama Dusan. Ed è sempre arrabbiato...", ha ammesso ridendo. Un ringraziamento anche a Cesare Prandelli che "mi ha tirato fuori dalla... Non dico la parolaccia. Nessuno ha fatto le cose che ha fatto lui per me. A parte Ribery, che considero un fratello maggiore e con cui parlavo per ore. Queste due persone, sono amici, sono stati sempre vicinissimi. Gli sarò grato per sempre". "Forse sul campo posso risultare arrogante, per me è vita o morte, devi avere tanta autostima e credere in te stesso. Ma arroganza mai - ha concluso - Ormai mi scrivono più fantallenatori che ragazze, mi stanno mettendo un po' di pressioni per quanto mi hanno pagato e poi non so come andrà... Ma questo può solo rendermi più forte". 

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