Marin Pongracic è a tutti gli effetti un titolare della Fiorentina. Il difensore classe ’97 ha disputato un’altra, l’ennesima, partita più che soddisfacente domenica contro l’Atalanta. Ha annullato Mateo Retegui e Ademola Lookman impedendogli di tirare in porta. Se i nerazzurri, che peraltro vantano una media punti più alta in trasferta che in casa, non sono riusciti a realizzare nemmeno un tiro nell'arco di novanta minuti più recupero vuol dire che anche e soprattutto la difesa viola ha fatto molto bene il suo lavoro. 

Pongracic, un playmaker arretrato   

Pongracic in particolare si è rivelato un valore aggiunto dopo un inizio di stagione complicato. Il croato mantiene la concentrazione alta dal primo all'ultimo minuto, e oltre a disinnescare diversi pericoli permette alla sua squadra di ripartire effettuando qualche verticalizzazione preziosissima. È un Pongracic con le velleità del regista difensivo. Sotto questo aspetto è maturato molto, ma non perché prima non fosse capace di giocare il pallone, piuttosto perché come ha spiegato lui stesso tende a farlo quando è certo di non creare problemi ai compagni. 

Maturità per la Fiorentina  

«Amo calciare in avanti - le parole del ragazzo domenica scorsa - Da giovane lo facevo di più, adesso penso a evitare le falle difensive»: proprio qui è evidente la sua crescita. Il bene della squadra conta più dei personalismi. «Ma quando c’è campo e spazio provo sempre a farlo - aggiunge - La mia intraprendenza aiuta tanto la squadra. Il mio primo compito è quello di difendere bene, ma mi piace anche fare qualcosa davanti». Ecco perché la Fiorentina può finalmente ritenersi soddisfatta dell'investimento fatto la scorsa estate, quando per sostituire Nikola Milenkovic prelevò il coetaneo Pongracic dal Lecce di Pantaleo Corvino.