Meglio tardi che mai. Raffaele Palladino sembra aver trovato l’assetto giusto, quello che ha trasmesso consapevolezza alla squadra e riqualificato un gruppo che dava la sensazione di essersi perso. Il tecnico ha varato e confermato il 3-5-2, accantonando un modulo che gli ha portato fortuna a targhe alterne: il 4-2-3-1. La svolta tattica dell'allenatore ha dato nuova linfa vitale anche alla difesa, un reparto che inizialmente si era contraddistinto per compattezza e che poi, col passare dei mesi, ha perso smalto. Adesso il trio composto da Marin Pongracic, Pablo Marí e Luca Ranieri funziona alla grande.
Fiorentina, Comuzzo fuori dalle gerarchie
Dalle rotazioni è uscito Pietro Comuzzo, pezzo pregiato della prima parte di stagione e che si era conquistato il ruolo di intoccabile nelle gerarchie di Palladino. A cui era stato riconosciuto il merito d'essersi preso il rischio di dare continuità a un ragazzo potenzialmente forte ma pur sempre giovane (classe 2005), dunque alle prime armi in Serie A. Sta di fatto che il tecnico campano ha creduto in lui come non aveva fatto nemmeno Vincenzo Italiano, con cui lo scorso anno Comuzzo raccolse appena 6 presenze, e lo ha battezzato titolare indiscusso della sua Fiorentina con risposte molto positive.
Comuzzo, uomo mercato
Fino a gennaio, quando le voci di mercato sul calciatore nato a San Daniele del Friuli si sono mescolate al mutamento tattico di cui sopra. Il Napoli ha capito che era più facile arrivare a lui piuttosto che a Pongracic (incedibile per il club), e ha intavolato una trattativa coi viola spingendosi fino a un'offerta vicina ai 35 milioni di euro. Che ha allettato la dirigenza ma non Rocco Commisso, il quale non si è mai neppure sognato di vendere Comuzzo per una cifra inferiore ai 40 milioni. Quindi l'ha blindato rifiutando definitivamente la proposta dei partenopei, che a quel punto hanno scelto di non rilanciare.
Comuzzo, un’esclusione paradossale
L’inflessibilità dimostrata dalla Fiorentina nei confronti del Napoli cozza con il minutaggio raccolto dal giocatore negli ultimi due mesi: parliamo di 101 minuti in quattro gare di campionato, così come di appena 3 presenze da titolare nelle scorse dieci partite di Serie A. E considerando il rendimento positivo della nuova retroguardia lanciata da Palladino è probabile che la tendenza resti la stessa, eccezion fatta per la Conference League. Comprensibilmente può fare strano vedere accomodarsi in panchina un talento genuino come lui, dal valore di mercato in assoluto non inferiore ai 40 milioni di euro.
Comuzzo, un futuro incerto
La domanda viene spontanea. È chiaro che la società vuole scongiurare lo spettro di una svalutazione, motivo per cui dovrà fare delle riflessioni sulla gestione delle offerte che senz'altro arriveranno nel corso dell'estate. È possibile che il Napoli torni alla carica e che la Juventus stanzi una cifra intrigante per accaparrarsi Comuzzo. In ogni caso la Fiorentina non dovrà farsi prendere per il collo, forte di un accordo col calciatore valido fino al giugno del 2028. E chissà che nei prossimi mesi non si parli di rinnovo per irrobustire ulteriormente la posizione del club in una potenziale trattativa con l'acquirente di turno.