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Fiorentina, Baroni aspetta la chiamata: tutti i motivi dietro la scelta

L’ormai ex tecnico della Lazio è in rialzo ma piace anche Pioli. In lista poi ci sono Gilardino e Farioli, il club però non ha fretta e non vuole sbagliare

Si va alla fine della settimana che comincia domani, salvo impreviste e imprevedibili accelerazioni in un mercato che negli anni ha più abituato alla lentezza nelle trattative, ma hai visto mai: per il nuovo allenatore al posto di Palladino sulla panchina viola, ovviamente. Un po’ perché la scelta va ponderata benissimo, un po’ perché lo richiede lo slalom classico tra i vari ostacoli in situazioni del genere e molto per non sbagliare il nome a cui affidare gestione e rilancio in un momento così delicato. Baroni e Pioli, ad esempio, sono i profili che corrispondono alle esigenze stringenti, Gilardino e Farioli sicuramente meno per un discorso di esperienza e non di qualità, ma non per questo vanno scartati: e siccome i cambi improvvisi portano novità spesso clamorose, nessuna soluzione va esclusa da qui a venerdì 6-sabato 7 del mese appena iniziato. 

Fiorentina, perché scegliere Baroni

Perché l’essere fiorentino e cresciuto nelle giovanili viola mai come stavolta è un di più che aggiunge alla voglia di scrivere una storia e non un di meno che toglie entusiasmo pensando alla difficoltà di corrispondere alle aspettative a casa propria. Di sicuro non c’è stato ancora l’affondo decisivo e nemmeno ci poteva essere essendo Baroni legato alla Lazio da un contratto che sarà risolto verosimilmente martedì, ma altrettanto senza tema di smentita Baroni piace al Viola Park e a comporre il gradimento vanno i risultati ottenuti in situazioni complicate se non disperate (salvezza a Verona, bis di quella a Lecce), ma anche l’idea di un calcio propositivo e a tratti brillante com’è stata ad esempio la stessa Lazio per tutto il girone d’andata del campionato da poco terminato. Alla Fiorentina piace Baroni e Baroni direbbe subito sì alla Fiorentina appena chiuso il rapporto con la Lazio: forse è solo questione di aspettare in due il momento giusto. 

Fiorentina, perché scegliere Pioli

Intanto, perché un allenatore di questo livello e con questa carriera non sarebbe mai una minestra riscaldata tornando dove è già stato due volte, una da calciatore e una proprio da allenatore appena sei anni fa, tanto per usare un’immagine bruttina ma che rende bene l’idea. Poi, soprattutto, perché Pioli ha la capacità di ottenere buoni/ottimi risultati con il suo calcio concreto e pragmatico, conosce benissimo Firenze e da Firenze ha avuto e ha la stima necessaria per ricominciare il rapporto, infine sa entrare nei meandri del pallone italiano come pochi a livello tattico e ha le conoscenze internazionali per guidare la Fiorentina alla conquista della sospirata Conference League alla quarta volta di fila che ci prova la squadra viola. Le sue motivazioni di rientro dal ricchissimo anno in Arabia non dovrebbero mancare e, difatti, non c’ha pensato nemmeno un secondo a riagganciare il telefono sulla chiamata esplorativa dei dirigenti di Commisso, però quello è stato soltanto l’inizio di un percorso che avrà bisogno di tappe aggiuntive per arrivare al traguardo. Sempre considerando che ci sono anche gli altri da mettere in conto per la riuscita del tentativo: cioè altri club interessati a Pioli

Fiorentina, perché scegliere un outsider

Tipo Alberto Gilardino o Francesco Farioli, che sono giovani (42 anni, quasi 43 l’attaccante ex anche viola) se non giovanissimi (36 anni il toscano di Barga) e dopo il 40enne Palladino magari qualche dubbio può venire sul dazio da pagare all’inesperienza: lì magari a compensare entra in ballo il supporto della società. Altrimenti solo con quello si fa un torto a Gilardino che ha già portato il Genoa in Serie A e se ne fa uno forse ancora più grande a Farioli che nelle ultime due stagioni ha allenato Nizza e Ajax. 

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