Corriere dello Sport

LIVE

Vogliacco: “Ho dimostrato la mia innocenza: la giustizia funziona”

foto
Vogliacco: “Ho dimostrato la mia innocenza: la giustizia funziona” Getty Images
Prosciolto da ogni accusa a seguito del coinvolgimento nel caso Benevento-bis, il difensore rientra a Genova dopo il prestito al Parma

Prosciolto da ogni accusa. Ora che anche la Procura Federale ha rinunciato a ricorrere in appello, Alessandro Vogliacco può finalmente tornare a sorridere. Ad aprile era stato deferito al Tribunale Federale Nazionale della Figc con l’accusa di aver scommesso su eventi calcistici su circuiti legali, pratica comunque vietata ai tesserati dall’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva. Il suo nome era finito insieme ad altri nel mirino della Figc nel filone “Benevento-bis”: Vogliacco aveva giocato in giallorosso nella stagione 2021-22 prima di trasferirsi al Genoa.

Partiamo dalla fine. Come si sente? 

«Molto più leggero. Ho vissuto mesi difficili con tanta angoscia».  
 
Ci racconta che cosa è successo? 
«È arrivata una segnalazione su qualcosa di cui non sapevo l’esistenza. Per me è stata una doccia fredda. Però grazie alle persone e ai professionisti che mi hanno affiancato sono riuscito subito ad avere un quadro limpido della situazione e siamo riusciti a dimostrare la mia innocenza».  
 
Qual è il suo pensiero, dopo tutto questo? 
«Come uomini e come calciatori dobbiamo essere responsabili e non prendere nulla con leggerezza. Bisogna rispettare le regole e stare attenti». 
 
La sua famiglia le ha dato la forza per affrontare questo periodo? 
«Sì. Sono stati mesi difficili perché avevo tanta angoscia e rabbia. In più ero dispiaciuto per aver passato questo dolore anche alle persone che mi sono state vicino». 
 
Lei è padre e ha una splendida famiglia insieme a sua moglie Virginia, seconda figlia di Mihajlovic. Il vostro secondo bimbo si chiama Leone Sinisa, in onore del nonno. Le va di parlare un po’ di lui? 
«Per noi Sinisa è un punto di riferimento. Ci ha trasmesso valori importanti che proviamo a mandare avanti. Parliamo sempre di lui. È stata la perdita più grande della nostra vita ma lo sentiamo ancora vicino. Ti racconto una cosa. Una settimana fa eravamo in Sardegna e la nostra bambina, Violante, ha visto una sua foto in paese. Subito ha detto: “Quello è mio nonno”. E ogni sera prendeva la bici e da sola andava a cercare la foto del nonno. Lo sente sempre vicino. Noi le parliamo tantissimo di lui e ogni tanto facciamo arrivare un regalo, lo nascondiamo e le diciamo che l’ha mandato nonno Sinisa». 
 
Ci sono delle persone che vorrebbe ringraziare? 
«La mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto e ha sempre creduto nella mia innocenza. Il mio procuratore, Michelangelo Minieri, e i miei avvocati. Poi Pantaleo Longo (segretario sportivo del Genoa, ndr), un amico di famiglia che ha creduto fin da subito nella mia innocenza. Si è speso tanto per me e mi ha dimostrato che nella vita si può credere in qualcosa: nelle amicizie disinteressate».  
 
Come va il recupero dall’infortunio? 
«Bene, sono carico per la nuova stagione. Ora sono molto più leggero, più libero di testa e non vedo l’ora di iniziare e di concentrarmi solo sulla mia famiglia e sul calcio». 
 
Gli ultimi sei mesi li ha trascorsi al Parma con cui ha conquistato la salvezza.  
«A gennaio ho fatto una scelta e penso che sia stata quella giusta. Sono arrivato in un periodo molto delicato: c’era un gruppo da compattare e abbiamo fatto un grande lavoro a livello umano, nonostante la mia situazione mi abbia un po’ condizionato a livello mentale. Sono stati mesi importanti per me che mi hanno fatto crescere molto». 
 
Com’è stato lavorare con Chivu?  
«Mi è sempre stato vicino e mi ha dato fiducia, mi ha detto che se ero tranquillo lo era anche lui. Non è solo un bravissimo allenatore ma anche un bravissimo uomo. Spero che possa raggiungere tutti i traguardi che sogna, se lo merita». 
 
L’ha seguito al Mondiale per Club con l’Inter? 
«Sì. Sapevo che non sarebbe stato facile inserirsi però l’Inter è una grande squadra. Mi sono piaciuti».  
 
Sia Inter che Juve hanno avuto qualche difficoltà. 

«Sì ma questi campioni giocano tantissime partite. Sono stati mesi tosti per entrambe, si sapeva che non sarebbe stato facile. Mi dispiace che siano uscite». 
 
Per tornare al Parma, quest’anno c’è grande mercato intorno ai suoi ormai ex compagni: Bonny è andato all’Inter, e Bernabé è nel mirino della Fiorentina. 
«Sono ragazzi fortissimi e seri che si meritano l’interesse di grandi società e di raggiungere traguardi importanti. Sono sicuro che lo faranno». 
 
E nel suo futuro, cosa c’è? Lunedì scorso è scaduto il prestito al Parma. 
«A oggi sono un giocatore del Genoa. Ho un legame speciale con tutto l’ambiente e tornerò con grande orgoglio, poi vedremo. Se sarà per un mese, un anno o per tutta la vita, i tifosi meritano che io dia tutto. Ma non dipende solo da me». 
 
Cosa le lascia questa esperienza? 
«Sono contento che la giustizia abbia fatto il suo corso. Ora ci credo ancora di più, significa che la giustizia funziona».

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi