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Kovacic: «Inter, voglio un trofeo»

«Qui sono felice, ma ho aspettato anche troppo: è ora di vincere qualcosa e Mancini ci aiuterà a farlo»

SHANGHAI - A 21 anni e qualche settimana Mateo Kovacic ha già giocato 97 presenze con la maglia dell’Inter, si è preso elogi e critiche, ha segnato gol e servito assist da applausi, ma ha anche diviso gli addetti ai lavori perché non sempre è riuscito a far brillare quel destro da fuoriclasse che Madre Natura gli ha regalato. Arrivato a Milano nel gennaio 2013, sente addosso il peso di due stagioni e mezzo al di sotto delle aspettative del popolo nerazzurro, annate che non hanno fatto altro che aumentare la sua voglia di vincere, da protagonista e in fretta, un trofeo con maglia dell’Inter.

Mateo è più a suo agio con il pallone tra i piedi che di fronte a un giornalista per un’intervista. «Perché io voglio dimostrare quello che valgo sul campo giocando con continuità» ci ha raccontato, mentre a pochi metri di distanza i tifosi cinesi lo applaudivano e facevano la fila per un suo autografo. Quella che sta per iniziare è forse la stagione più importante della sua carriera perché, mettendolo davanti alla difesa, Mancini gli ha affidato le chiavi dell’Inter. Lui si sente pronto e non vede l’ora di affrontare questa nuova sfida con una squadra che reputa più forte del passato e un allenatore che lo farà crescere. La Juventus, secondo Kovacic, è ancora lontana, ma con l’Inter che sta nascendo sognare non è vietato.

Kovacic, ad appena 21 anni è già uno dei nerazzurri con più... anzianità. Come si sente con questa maglia addosso?

«Bene, all’Inter sono felice come a casa mia. Ecco perché non mi piace se si parla di mercato, di altre squadre che mi vogliono, di trattative o di argomenti del genere. Io mi trovo bene e voglio stare qui».

In questo sentirsi a suo agio in nerazzurro c’entra anche il ruolo che Mancini le sta cucendo addosso, quello di regista davanti alla difesa?

«E’ il mio ruolo. Lì mi trovo benissimo e se vi ricordate quando sono arrivato all’Inter con Stramaccioni giocavo in quella posizione. Poi sono stato utilizzato anche in altre parti del campo, ma forse è davanti alla difesa che posso dare il massimo. Questo ruolo lo sento mio, fatto apposta per me».

In cosa deve migliorare?

«Devo fare progressi dal punto di vista tattico e nella fase difensiva. Sento dire da qualcuno che sono molto scarso nell’interdizione (sottolineatura polemica con il sorriso sulle labbra, ndr), ma do sempre il massimo».

Quali sono i giocatori ai quali si ispira?

«Inizio con una premessa: non c’è un calciatore uguale all’altro. Io sono Kovacic e basta. I paragoni li fanno gli altri e a me non piacciono molto. Detto questo, come registi “bassi” mi ispiro a Pirlo e Modric».

Del suo connazionale cosa le piace?

«Il modo che ha di stare in campo, la classe e la leadership».

Di Pirlo, invece, cosa ammira?

«Tutto perché Pirlo è unico, un giocatore eccezionale. Un altro come lui non esiste: è elegante, spettacolare e per la sua squadra è fondamentale».

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