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Sveglia, De Boer! Cambia l'Inter o rischi subito grosso

Getty Images

La disastrosa prova di Verona, scaturita dagli errori tattici del tecnico e dalla forma scadente della squadra, impone all'olandese di non fallire la prossima gara con il Palermo

ROMA - E meno male che il problema dell'Inter era Mancini. Ma Frank de Boer dove vive? Aveva studiato il Chievo? Sapeva come gioca il Chievo? Come gli è venuto in mente, a Verona, di schierare un'Inter con la difesa a tre, D'Ambrosio centrale e Miranda alla sinistra di Ranocchia? Se è vero che la condizione atletica generale è ancora insufficiente - però, la tournée nordamericana che ha interrotto la preparazione chi l'ha organizzata, Babbo Natale? - è mai possibile che alla prima di campionato la squadra sia stata mandata allo sbaraglio in quel modo? Non basta parlare di "attenzione" e "aggressione" in allenamento se poi, sul campo, ognuno va per conto suo, spianando la strada al Chievo baciato dalla grazia, quindici campionati in A negli ultimi sedici anni, nono posto nella passata stagione e un gruppo di veterani che l'Inter ha reso piccola piccola.

I numeri schiacciano le parole: 3 soli tiri in porta in 90 minuti, anzi 95, considerato il recupero; Icardi che tocca appena 23 palloni perché altri non gliene arrivano. E ancora: Eder costretto a rinculare a centrocampo e a sfiancarsi, perdendo la lucidità in attacco; una manovra che non può nascere né da Kondogbia né da Medel, i quali registi non sono e non potranno mai esserlo. La lezione tattica di Maran è stata magistrale e i suoi attaccanti hanno affondato la retroguardia interista come il coltello taglia il burro. De Boer ha vinto 4 campionati di fila in Olanda dove per 5 volte la sua difesa è risultata la meno battuta, ma la serie A non è l'Eredivisie ed è meglio capirlo subito, onde evitare nuovi fiaschi. E ancora: che senso ha emarginare Brozovic e Perisic (il miglior nerazzurro della passata stagione), salvo inserirli fuori tempo massimo?

Sia chiaro: catapultato alla Pinetina l'8 agosto scorso, l'ex difensore del Barcellona ha bisogno del tempo necessario per capire dove sia, con chi sia e che cosa debba fare. Ma questo è un rischio che Mister Zhang e Mister Thohir dovevano mettere nel conto, quando hanno fatto fuori Mancini a due settimane dal via. Non è un caso che, se fosse dipeso da Moratti, lo jesino sarebbe ancora al suo posto. La verità è che la partita con il Palermo, davanti al nuovo stato maggiore asiatico, impone già di non sbagliare e siamo soltanto alla seconda giornata. Urge la sterzata. E magari trovare un regista entro il 31 agosto. Banega non lo è, essendo un trequartista di qualità; Joao Mario, nemmeno e costa pure 40 milioni. Come si dice così non va, in cinese?

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