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Inter, Spalletti: «Chi vuole batterci dovrà sputare sangue»

Inter via Getty Images

Il nuovo tecnico nerazzurro carica i suoi alla vigilia del debutto casalingo contro la Fiorentina del fresco ex Pioli

APPIANO GENTILE - Dopo il buon precampionato la nuova Inter è pronta al debutto di domani, quando a San Siro ospiterà la Fiorentina di Stefano Pioli. Il fresco ex però, secondo l'allenatore toscano, non sarà l'unico con il dente avvelenato con i nerazzurri in una stagione che si annuncia lunga e difficile: «Ci capiterà di essere in difficoltà, il campionato lo impone a chiunque, perderemo qualche partita ma sono sicuro che i nostri avversari dovranno sputare tutto il sangue che hanno dentro e probabilmente non gli basterà, i nostri calciatori sono determinati a mandare un messaggio chiaro e inequivocabile». Luciano Spalletti ha cieca fiducia nei suoi uomini alla vigilia del match contro la Viola. «I nostri giocatori sono la nostra forza, la nostra squadra - ha detto l'allenatore nerazzurro in conferenza stampa -. In questo periodo sono stato chiamato in causa come un elemento importante di questa società, ma bisogna direzionare la torcia verso i nostri calciatori: sono loro la nostra garanzia, la nostra polizza di assicurazione per questo campionato. Abbiamo dei buoni calciatori e dei grandi uomini. E quello fra noi e i nostri tifosi deve essere un incontro sentimentale, dove ci si ama sempre alla follia e non può esserci tradimenti. Abbiamo iniziato a lavorare in maniera seria. Chi è rimasto dimostrerà di avere i requisiti professionali che ci vogliono per vestire questa maglia. Il calcio è un cuore unico, dove ci siamo tutti dentro a pulsare, e bisogna fare le cose seriamente, con responsabilità, andare a proporre il meglio e andare anche al di là. Ai miei giocatori ho chiesto di amare i nostri colori, il senso di appartenenza, l'orgoglio del nostro passato. Ci sono stati 40 giorni per lavorare e iniziare a conoscerci e intraprendere questa strada che non sappiamo dove ci porterà ma dobbiamo percorrerla con emozione, orgoglio e appartenenza».

TUTTI SULLA STESSA BARCA - Spalletti ha voluto poi chiarire un concetto: all'Inter si deve ragionare e agire come un corpo unico, senza divisioni: «La squadra non si spezzetta, è un blocco unico, non andrò mai contro un giocatore, né ne farò un'esaltazione infinita. Non si creano fenomeni e falliti, non c'è quello furbo e quello coglione, siamo vogliosi di far vedere il valore dell'Inter nel nostro campionato». Per quanto riguarda gli avversari nella corsa Champions League, oltre a Juve, Napoli e Roma, il tecnico toscano ammette che «il Milan ha fatto una buonissima campagna acquisti e anche la Lazio è una squadra di quelle forti e ha vinto una Supercoppa meritata contro quella che è sulla carta la più forte. Ma io sono tranquillo perché ho una squadra forte, mi sembra di essere abbastanza pronto per questo campionato, sono emozionato».

IL MERCATO - Spalletti ha poi parlato di mercato: «Quando ho letto che arrivavano Vidal e Sanchez confesso che c'ero cascato anch'io e mi sono arrampicato sul cancello per vedere se arrivavano... - ha detto scherzando -. La società non mi ha promesso niente ma quando sentivo questi nomi ho pensato di essere stavolta fra quelli buoni che ha il piacere di allenare questi grandissimi campioni oltre a quelli che ho.- Poi mi sono dato un pizzicotto e ho rischiato di cadere da quasi due metri... La verità è che sono contento di quello che ho, volevo l'Inter, volevo allenare i giocatori che ci sono. Sono partiti in 4-5 e ne sono arrivati 4-5 tutti di cuore interista. Se si prendono top player a livello mondiale ci sono dei vantaggi ma quando hai a disposizione dei grandi calciatori che sono lì per diventare dei top-player, dipenderà da loro stessi, dalla loro voglia di comunicare e migliorarsi l'uno con l'altro. Abbiamo fatto un mercato normale al quale sono abituato, per cui mi sento a mio agio, probabilmente diventerà ancora più bello se riesci a creare un percorso importante». Detto questo, per Spalletti «il fair-play finanziario va rivisto, l'Inter è fra le società che è corretta nell'usarlo ma si può anche usare meno correttamente. Ci sono cose nel calcio che vanno migliorate e questa è una di quelle». Parlando poi del futuro di Perisic e Candreva, per quanto riguarda il croato «è intervenuta subito la società che ha parlato con lui, anch'io l'ho fatto e il ragazzo è venuto a raccontarci delle cose. E dopo il confronto iniziale non ho più avuto avvisaglie di alcun genere,è fra i giocatori più professionali che c'è. Candreva? La mia posizione è di tenerlo, la società la pensa come me e lui non ha per ora dato nessun sintomo differente».

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