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Inter, Mourinho ricorda il Triplete: "Dio aveva deciso che la coppa era nostra"

ANSA

L'ex tecnico dei nerazzurri, a dieci anni esatti dalla vittoria della Champions League: "Ci sono dei momenti indimenticabili nella nostra vita e questo ovviamente è uno di loro. Siamo amici per sempre, questa cosa mi tocca profondamente e mi fa sentire troppo orgoglioso"

ROMA - 22 maggio 2010. Una data che rimarrà impressa per sempre nella mente e nei ricordi dei tifosi interisti. Esattamente dieci anni fa l'Inter conquistava la sua terza Coppa dei Campioni/Champions League battendo in finale il Bayern Monaco per 2-0 grazie a una doppietta del Principe Milito e completando il famoso Triplete dopo aver conquistato la Coppa Italia e lo scudetto. Il condottiero di quel gruppo era il tecnico portoghese Josè Mourinho che, ai microfoni di Sky Sport, ha ripercorso quei momenti magici per tutto il popolo nerazzurro. 

Mourinho sul rapporto con i calciatori e Moratti

"I risultati fanno la storia, io mi sento veramente speciale perchè penso che quello che abbiamo fatto va più lontano delle Coppe, delle medaglie e della storia. È questa la cosa che mi fa sentire davvero speciale". Queste le parole di Josè Mourinho a dieci anni esatti dalla conquista della Champions League con l'Inter. "Ci sono dei momenti indimenticabili nella nostra vita e questo ovviamente è uno di loro - ha aggiunto l'allenatore portoghese ai microfoni di Sky Sport -. Il rapporto che ho con i giocatori, Moratti e tutti quelli che abbiamo lavorato lì è un rapporto di ogni giorno. Questa è la cosa più importante: il 'Triplete', la Champions, il sogno di tutti gli interisti e il mio, ma quello che rimane per sempre è questo rapporto. E questa è una cosa veramente speciale".

Mourinho e l'aneddoto su Barcellona-Inter

"Dopo l'espulsione di Thiago Motta mi giro verso la panchina del Barcellona e vedo che tutti festeggiavano, sono andato da Pep e gli ho detto 'Hey tranquillo che non è ancora finita'". Questo l'aneddoto raccontato da Jose' Mourinho sulla semifinale di ritorno della Champions League 2010 tra l'Inter e il Barcellona. I nerazzurri avevano vinto per 3-1 all'andata e, perdendo per 1-0 al Camp Nou, staccarono il pass per la finale di Madrid che li avrebbe visti salire sul tetto d'Europa. "Sapevo che i nostri giocatori avrebbero lasciato la vita in campo. È stata la sconfitta più bella della mia vita".

Mourinho sulla finale di Madrid

"Quando siamo arrivati a Madrid la sensazione di tutti era che la coppa era nostra. Anche io lo sentivo, ho cercato di far passare ai miei giocatori il messaggio corretto: avevamo una partita da giocare, ma Dio aveva deciso che era nostra". Questi i ricordi dello Special One. "Anche dieci anni dopo siamo una famiglia. Siamo amici per sempre: questa cosa mi tocca profondamente perchè ho avuto la fortuna di avere risultati belli anche in altre squadre, ma questo sentimento di famiglia e amici per la vita è una roba che mi fa sentire troppo orgoglioso". Dopo la conquista della coppa l'Inter fece rientro a Milano andando a festeggiare con i propri tifosi allo stadio Meazza. C'era però un assente di lusso, proprio lui, proprio Josè Mourinho che, a distanza di ormai dieci anni, svela il motivo: "Perchè non sono andato a Milano per la festa? Se tornavo a Milano magari non uscivo più".

Mourinho ottimista per il futuro dell'Inter

"L'Inter negli ultimi dieci anni ha vinto solo una Coppa Italia: e' pochissimo, quasi inaccettabile - continua Mou -. È dura per un tifoso ed è difficile da capire, ma nel modo come stanno lavorando e con gli investimenti importanti non sarebbe una sorpresa se l'Inter tornasse a vincere in Italia e in Europa". Mourinho al momento è concentrato sul suo Tottenham: "Io sono in una squadra che non ha mai vinto, che non ha questa cultura della vittoria dove prima di vincere in Europa magari si deve vincere in Inghilterra che non è ovviamente facile. Questa è la mia ambizione di un club in crescita come il Tottenham", ha concluso.

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