Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Inter-Roma, il complesso di superiorità

Inter via Getty Images

A una dozzina di minuti dalla fine Mourinho ha fatto entrare Shomurodov, Viña e subito dopo il giovane Bove: è stato il modo con cui ha reso omaggio alla superiorità dell’avversario, certificandola. Non è stata una resa, bensì una signorile constatazione, gesto che Mkhitaryan ha pensato bene di premiare con il gol del 3-1.
Quando parla la superiorità numerica, la superiorità intellettuale tace, disse Krivenchev. E quest’anno i numeri hanno detto e ripetuto Inter, anche se non avevamo bisogno di ulteriori conferme dal campo. È più forte della Roma, lo è da mo’ e l’ultimo mercato non ha ridotto le distanze, anzi: tre volte si sono affrontate e per tre volte ha vinto la squadra di Inzaghi, peraltro con facilità.
La Roma, che nelle precedenti occasioni non aveva nemmeno avuto il tempo di entrare in partita (disarmante il 3-0 nel primo tempo all’Olimpico), ieri è apparsa sorprendentemente contratta fin dai primi minuti, come se avesse dimenticato tutto il buono che aveva fatto negli ultimi due mesi e mezzo.
Torno sul complesso di superiorità, avvertito da entrambe, pur se in modi opposti: l’Inter è completa, la Roma da rafforzare. L’Inter è da scudetto, la Roma da un posto nella seconda Europa, tra il quinto e il settimo, come ha sempre ripetuto Mou, che non sembra gradire le apparizioni da ex a San Siro. La Roma non ha un Barella, un Dumfries, un Perisic, per non dire delle seconde linee, e uno come Brozovic se lo sogna la notte: avrebbe potuto tentare qualcosa di più sullo 0-0, è vero, e invece ha atteso inutilmente che l’Inter la pressasse, l’aggredisse insomma, per poter armare il contropiede che così bene le riesce.
Squadra comunque curiosa, l’Inter: si era ammosciata dopo la sconfitta nel derby del 5 febbraio giocato meglio per 70 minuti e da quel momento aveva perso fiducia e punti: pari - non in questo ordine - con Napoli, Genoa, Torino e Fiorentina, sconfitta col Sassuolo, vittoria con la Salernitana. Per ritrovarsi e rilanciarsi ha avuto bisogno di un successo immeritato sulla Juve; successo che le ha restituito la sicurezza e il tono dimenticati, oltre ai gol di Lautaro, il suo miglior attaccante. Bravissimo Simone, nel gestire le negatività: in 9 mesi ha dato, di sé, segnali importanti. La sempre più sua Inter sta meglio del Milan obbligato a prendere i tre punti nell’Olimpico “meazzato”, visto che i prossimi quattro impegni sono assai più complicati dei cinque ai quali è attesa l’Inter.
PS. Mi è piaciuto l’arbitro Sozza: ha diretto con personalità, rispetto della fluidità del gioco e coerenza regolamentare. Si è notato che è di Seregno e non di Milano: è meno stressato, respira meno polveri sottili.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi