MILANO - Si può fare. Dentro l’Inter c’è la convinzione che il Triplete non sia un miraggio. Avere questo tipo di pensiero, evidentemente, non significa che il Triplete verrà conquistato, ma certo verrà fatto ogni sforzo per inseguire un traguardo clamoroso. E nessuno più si nasconde in questo senso. Se Marotta è andato appena un po’ più cauto («di Triplete non parlo - ha detto a Sky - poi il dirigente, lo sportivo in generale, sia esso giocatore, allenatore o tifoso, deve essere ambizioso, siamo l'Inter e dobbiamo competere fino alla fine, poi se qualcuno sarà più bravo ci inchineremo e gli faremo i complimenti»), da Inzaghi ai giocatori c’è invece meno diplomazia. Anche perché la squadra sente l’orgoglio di essere in piena corsa su tre fronti.
Inter, patto tra Inzaghi e squadra
A proposito di giocatori, di Triplete si parla anche nello spogliatoio. E tale prospettiva ha generato una sorta di patto, una promessa spontanea: diamo tutto, facciamo il massimo, senza distrazioni, senza crearci problemi da soli, e poi vediamo come finisce. È stato tutto automatico, non c’è stato bisogno che qualcuno prendesse la parola. È stato più un passaparola che ha trovato tutti concordi. Del resto uno dei segreti dell’Inter è proprio la compattezza del gruppo. Alla Pinetina si avverte il piacere di stare assieme e di condividere tutto. Chiaro che le vittorie aiutano, ma questa alchimia è cominciata anche prima di conquistare titoli e trofei. Pure l’atteggiamento di Inzaghi è stato fondamentale in questo senso. I giocatori lo seguono perché ha dimostrato che il suo sistema è vincente e che, così, riesce a tenere tutti coinvolti. Essendo stato calciatore, sa quando è il caso di concedere qualcosa di più. Ma ciò non significa che non sappia alzare la voce al momento giusto, seppure da quasi due anni le occasioni per farlo siano state davvero poche. In ogni caso è significativo come il tecnico nerazzurro non perda occasione per fare i complimenti ai suoi uomini e alla loro dedizione.