Raggiungere una semifinale di Champions e giocarsela alla pari in casa del Barcellona non è usuale. Soprattutto per il calcio italiano di oggi che ha dovuto aspettare 13 anni prima di rialzare un trofeo internazionale al cielo. L'Inter, nonostante il calo in campionato delle ultime settimane, solo per questo merita gli applausi. A prescindere dal verdetto di San Siro di stasera che potrebbe proiettare i nerazzuri alla seconda finale di Champions in tre stagioni. E di conseguenza quegli applausi se li merita anche Simone Inzaghi. La guida di una squadra che ha lottato fino a fine aprile su tre fronti e che ora si gioca tutto nel rush finale. Il tecnico ha portato all'Inter 7 trofei in quattro stagioni e una finale di Champions. Forse manca uno scudetto (la lotta è ancora in bilico anche se le speranze sono poche) ma la crescita del club in questi anni è stata soprattutto merito suo. Perché la rosa è forte, senza dubbio. Ma anche zeppa di giocatori con l'età avanzata (vedi Mkhitaryan, Acerbi, Sommer, De Vrij o Darmian) e con un mercato che si è rivelato deludente visto il rendimento di Taremi, Zielinski e Zalewski. E portare avanti tre competizioni non era facile per nessuno. Per questo il futuro di Inzaghi sarà ancora all'Inter, o comunque deve esserlo, in un valzer estivo di panchine che si preannuncia bollente tra Milan, Juve, Roma, Atalanta e forse anche Napoli.
Le mosse anti-Barça in una notte da sogno
Come dicevamo il verdetto di stasera è importante, ma non per il giudizio sull'Inter. L’offensiva asfissiante del Barcellona, eseguita da tre o quattro candidati al Pallone d’oro (Pedri, Yamal, Raphinha e se ci sarà Lewandowski) ha travolto anche Real Madrid e compagnia cantante. Parliamo del top del calcio europeo, il massimo avversario che oggi può salire su un ring. Ma al primo round l'Inter ha risposto colpo su colpo mandando al tappeto tre volte il gigante e sfiorando il ko tecnico mancato per pochi millimetri (il fuorigioco di Mkhitaryan). Stasera Inzaghi deve organizzare i raddoppi su Yamal evitando che l’uomo libero diventi Pedri. In fase di ripartenza, ha capito al Montjuic la potenzialità dei palloni diagonali dalle fasce contro il fuorigioco di Flick, specie se davvero Lautaro si aggiungerà a Thuram. Una gabbia, ma senza rinunciare a bucare il Barcellona come accaduto all'andata. Nessuno meglio di Inzaghi, oggi, può riuscirci.