Quando vinci un triplete non passi mai di moda. Non accade al Barça o al Psg, figuriamoci in Italia dove quel risultato non si è più registrato. Christian Chivu era uno di quei protagonisti dell'Inter targata Mourinho e ora a 15 anni di distanza riparte proprio dalla panchina che fu dello Special One e che in questi anni ha visto vincere e soffrire Simone Inzaghi. Dopo il no del Como per Cesc Fabregas, l'Inter ha preferito Chivu all'altro ex nerazzurro Patrick Vieira. Anche perché il romeno da Milano si era assentato giusto per qualche mese.
Dalla Roma all'Inter. Poi nove trofei e l'inizio di un altro sogno
La storia di Chivu con l'Inter è parecchio datata. L'ex difensore è arrivato all'Inter nel mercato estivo del 2007 per 13 milioni di euro (più la comproprietà di Marco Andreolli) dalla Roma, che lo aveva portato in Italia 4 anni prima pagandolo 18 milioni di euro all'Ajax. In giallorosso formò per anni una coppia difensiva da Champions prima con Samuel poi con Mexes. Il romeno classe 1980 ha giocato a Milano per 7 stagioni fino al termine della propria carriera da calciatore nel 2014. Collezionando 169 presenze in maglia nerazzurra con 3 goal segnati (tutti a San Siro contro Atalanta, Cesena e Torino), 8 assist, 54 cartellini gialli e 4 espulsioni: 2 dirette e 2 per doppia ammonizione, più 4 giornate di squalifica con la prova tv per aver colpito con un pugno Marco Rossi del Bari. Arricchendo il palmares con 9 titoli: 3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, un Mondiale per club e ovviamente la storica Champions League. L'ultima vinta da una squadra italiana. Correva l'anno 2010. Dopo altre tre stagioni tra incomprensioni e infortuni (non a caso a Roma lo chiamavano Crystal Chivu) appese gli scarpini al chiodo e intraprese la carriera di allenatore. Iniziando nel settore giovanile nerazzurro per 6 stagioni dal 2018 al 2024: prima l'Under 14, poi l'Under 17 e l'Under 18, quindi la Primavera per 3 anni laureandosi campione d'Italia al primo colpo nel 2022, quando l'Inter vince il suo decimo Scudetto con la Primavera. Risultati importanti in cui Chivu ha alternato un po' di Mou e un po' di Spalletti ma anche la voglia del gran salto.
Il grande salto col Parma e quella sfida scudetto
Arrivato a febbraio a Parma, con tanto di obiettivo raggiunto. "Non posso negare il mio passato". Chivu si presentava così a Parma-Inter, la sua prima volta da ex dopo aver lasciato i nerazzurri. L'Inter si era presentata allo Stadio Tardini (tutto esaurito per l'occasione) da campione d'Italia e prima della classe, con ben 41 punti in più. Ma Chivu non voleva saperne di alzare bandiera bianca, anzi: "Giochiamo contro la squadra più forte d'Italia, una delle più forti in Europa. Loro sono favoriti, ma si parte da 0-0 e comunque abbiamo il 50% di possibilità". Inevitabile uno sguardo all'indietro: "All'Inter ho passato 13-14 anni. La mia stima e il mio riconoscimento ci sono stati, ci sono ancora e ci saranno per sempre. Ma in questo momento penso al Parma e al nostro obiettivo". La salvezza e proprio grazie a quel pareggio il Parma si salvò e l'Inter perse punti decisivi per lo scudetto. Quello scudetto che ora Chivu vuole vincere con la sua Inter.