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Inter, l’estate di Pio Esposito e quel feeling speciale con Chivu

Tante richieste in Italia e in Europa, ma il club nerazzurro ha deciso di rifiutarle e puntare subito sul centravanti

Un gol per 13 no. In realtà non è andata proprio così. L’Inter gli aveva alzato un muro attorno già prima che Pio Esposito segnasse la sua prima rete in maglia nerazzurra, contro il River Plate, al Mondiale per club, lo scorso 26 giugno. Quella prodezza, insieme all’eccellente prestazione, in realtà, è valsa solo come una conferma per una decisione che era stata presa in precedenza: Pio resta e sarà a disposizione di Chivu, che ci ha messo del suo per caldeggiare la scelta. Non a caso, da quel giorno, tutti i rumors attorno al suo nome si sono silenziati.  

Inter, muro su Pio Esposito: resterà con Chivu

Eppure, come premesso, le doti del ventenne centravanti nato a Castellamare di Stabia avevano ingolosito tante squadre: addirittura 13. Alcune avevano pensato addirittura di provare ad acquistarlo a titolo definitivo. Il Napoli su tutte, tanto che De Laurentiis pare fosse pronto a mettere sul tavolo una trentina di milioni. Ma insieme agli azzurri, si erano fatte avanti pure Fiorentina, Como, Nottingham Forest e Leicester: tutte respinte senza la minima esitazione. Qualche speranza in più l’avevano coltivata Lazio, Cagliari, Bologna, Parma, Torino, Sassuolo, Ajax e Basilea. Queste ultime, infatti, si sarebbero “accontentate” di avere Pio in prestito. Ma la porta è rimasta chiusa anche per loro. 

Pio Esposito, il simbolo della nuova Inter

Vero è che fino a primavera, in viale Liberazione, il programma era proprio quelle di spedire il gioiellino un’altra stagione in prestito (ma in Serie A dopo i due anni in B allo Spezia) per completare la sua maturazione. Poi, però, dopo la fine dell’era Inzaghi e l’inizio di un nuovo ciclo più incentrato sui giovani ha prevalso l’idea di puntare subito su di lui. Del resto, se così tante squadre erano già convinte delle sue qualità, tanto valeva metterle a frutto in casa. Peraltro, l’Inter lo avrebbe lasciato andare solo in prestito secco. Con il rischio, quindi, di non ottenere tutto lo spazio necessario per proseguire il suo processo di crescita.  

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